Italia delle Regioni

La recente Conferenza delle Regioni svoltasi in videoconferenza, ha esaminato un documento in materia di economia circolare riguardante in particolare la bioeconomia e l’aggiornamento 2020 della strategia nazionale. La task force presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – alla quale le Regioni hanno partecipato – ha quindi avviato i lavori per la redazione di piano di azione finalizzato da attuare la strategia nazionale per la bioeconomia.

Riassumiamo in sintesi le osservazioni e le proposte delle regioni italiane sullo sviluppo della bioeconomia. Si condividono i principali contenuti dell’Action Plan, che rappresenta un’importante riferimento per l’attuazione di una nuova politica nazionale a sostegno della bioeconomia. Molte delle istanze evidenziate nel documento rientrano ampiamente tra le priorità di intervento dei principali strumenti di programmazione delle Regioni e rappresentano i driver di sviluppo dei territori regionali.

Temi come l’efficientamento energetico e lo sviluppo sostenibile delle imprese, oltre che migliorare le condizioni ambientali e la coesione sociale, assumono una rilevanza strategica in quanto favoriscono l’assimilazione dei principi della bioeconomia all’interno del nostro sistema produttivo e facilitano il diffondersi di metodi e processi di produzione eco-compatibili.

Il  tema dell’economia circolare rappresenta, inoltre, un obiettivo fondamentale da perseguire per garantire un futuro alle prossime generazioni in quanto può tradursi in nuove opportunità di business e coniugarsi positivamente con il percorso ineludibile della modernizzazione del tessuto produttivo.

Si condivide ampiamente quanto evidenziato nell’Action Plan relativamente all’azione di sensibilizzazione e divulgazione dei principi della bioeconomia, anche stimolando consapevolezza e dialogo, nonché sostenendo maggiormente l’innovazione al fine di promuovere nell’opinione pubblica e nel nostro sistema produttivo condotte più consapevoli. Occorre, infatti, avere la consapevolezza che per coniugare sviluppo economico sostenibile e aumento della competitività è necessario investire, contemporaneamente e con sempre più convinzione, tanto nell’innovazione delle tecnologie quanto nell’efficientamento delle risorse.

Per le regioni italiane i concetti di sostenibilità e competitività non sono antitetici ma possono coniugarsi attraverso nuovi modelli di business. Le politiche a sostegno della bioeconomia non possono prescindere dall’importanza di rafforzare la centralità del sistema manifatturiero aiutandolo nel percorso di transizione verso maggiori standard di sostenibilità, di qualità e di innovazione.

Nel prossimo periodo di programmazione dei fondi comunitari (2021-2027), in cui si prevede una significativa concentrazione di risorse (dal 65% al 85%) sulle tematiche legate allo sviluppo sostenibile e all’energia verde, risulterà strategico rafforzare gli interventi a sostegno della bioeconomia quale concept trasversale delle dinamiche di sviluppo dei territori. Appare evidente, infatti, che, in un’economia avanzata come quella italiana, la sostenibilità ambientale e sociale dei processi produttivi, nonché della fornitura di molti servizi, è un elemento costitutivo della loro stessa competitività. Ciò richiede un ripensamento delle strategie e dei modelli di mercato.

Le regioni hanno formulato delle proposte concrete e dei suggerimenti per l’action plan. Intervenire sui modelli di business non è semplice ed implica un rafforzamento dell’approccio collaborativo e condiviso. Significa passare da una logica in cui il raggiungimento degli obiettivi non deve rappresentare solo un vantaggio per la singola azienda, ma per la comunità e il territorio di riferimento.

In questo contesto, parlare di filiera circolare, di recupero e riciclo, di estensione della vita dei prodotti e di piattaforme di condivisione eco-sostenibili non è semplice ed immediato per le nostre imprese, che non sempre riescono ad intravvedere le opportunità di successo, in termini di ricadute industriali, occupazionali ed ambientali.

Si ritiene utile citare il bioeconomy day, che ormai si è consolidato nel tempo. Si ritiene da valorizzare il contributo alla Blue Growth che spazia verso l’ambito della pesca e della valorizzazione dei sottoprodotti. Si ritiene, altresì, importante, nell’attuazione delle politiche a sostegno della ricerca e dell’innovazione, stabilire collegamenti e sinergie sempre più efficaci fra i diversi livelli istituzionali di governo regionali, nazionali e europei.

Le regioni concordano con quanto sottolineato nell’Action Plan circa la necessità di standardizzare e condividere nuovi criteri di riconoscibilità e tracciabilità dei prodotti/processi e nuove norme per incentivare lo sviluppo della bioeconomia anche facendo leva su misure fiscali. Risulterà strategico attuare interventi innovativi che consentano di attivare sinergie tra le esigenze di sviluppo competitivo e le istanze per una crescita sostenibile, secondo una logica inclusiva, tenendo conto sia delle nuove specializzazioni tecnologiche che emergeranno durante il processo di scoperta imprenditoriale che del potenziale innovativo proveniente anche dalle tradizionali vocazioni produttive.

In particolare le regioni propongono di rafforzare e razionalizzare l’ecosistema degli interventi cofinanziati dalla politica di coesione, garantendo la complementarietà degli strumenti di incentivo e la loro coerenza con le più ampie politiche nazionali ed europee per l’industria, la ricerca, la digitalizzazione e lo sviluppo sostenibile. Ciò anche facendo riferimento alle esperienze già avviate con successo dalle Regioni.

Ad esempio si possono citare gli interventi finalizzati a favorire la partecipazione delle imprese ai programmi comunitari a gestione diretta della Commissione Europea, incentivando le imprese ad acquisire servizi di consulenza ed assistenza tecnica qualificati per le attività di progettazione avvalendosi di competenze specialistiche accreditate ad un apposito albo regionale.  Oppure misure regionali finalizzate a premiare la ricerca di eccellenza finanziando progetti innovativi di portata internazionale proposti da imprese regionali che, pur avendo ottenuto il Seal of Excellence dalla Commissione Europea nell’ambito dello SME Instrument (Horizon 2020), non hanno ricevuto il contributo per mancanza di fondi.

Accanto agli interventi di incentivo, concludono le regioni, è importante avviare azioni volte a promuovere il “senso collettivo” e la condivisione dei principi della bioeconomia. E’ necessario, infatti, avviare un cambiamento culturale che comporti una maggiore consapevolezza del consumatore. Come già avvenuto per i prodotti pro-biotici, ciò agevolerà la diffusione di altri prodotti e servizi, frutto della bioeconomia nella vita quotidiana.

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