Cronache dai Palazzi

Un nuovo Piano Marshall per ricostruire l’Italia e l’Europa dopo la pandemia provocata dal Covid-19. “Bruxelles ha dieci giorni per battere un colpo”; l’Italia ha “le carte in regola con la finanza pubblica”, ha affermato il premier Conte chiedendo all’Ue unità e velocità di azione, e precisando: “Se la Ue non è solidale il progetto europeo è finito”.

In Europa si discute sui meccanismi da mettere in atto per difendere i Paesi e le economie colpite dall’emergenza coronavirus, e i fronti sarebbero di fatto due: uno guidato dalla Germania che esige più rigore ipotizzando il rispetto delle regole del Mes, nonostante l’emergenza sanitaria e la pandemia. “Noi preferiamo il Mes, come strumento, che è stato fatto per le crisi”, ha ribadito la cancelliera Angela Merkel. L’altro fronte, composto da Italia, Spagna e Francia, chiede invece più elasticità nell’applicazione delle regole, per quanto riguarda debito e conti, un potenziamento delle erogazioni, più prestiti del Mes con restituzioni a lungo termine. I 27 Paesi membri hanno comunque condiviso un più ampio coordinamento per quanto riguarda l’emergenza sanitaria e per far tornare in patria gli oltre 300 mila europei rimasti bloccati all’estero.

“Conte ha fatto bene, se si vogliono i vecchi strumenti faremo da soli”, ha affermato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervistato dal Tg1. Servono comunque svariati miliardi per affrontare la crisi post pandemia e il premier è stato spronato a “negoziare vigorosamente per ottenere il massimo”, fronteggiando le resistenze dei Paesi del Nord Europa non proprio disposti a condividere la spesa dovuta alla pandemia da coronavirus.

“Vogliamo gli European Recovery Bond”, ha detto Giuseppe Conte in Aula a Palazzo Madama, dopo aver messo a disposizione altri 25 miliardi per il decreto “Cura Italia” previsto per aprile. “Si tratta di reagire con strumenti finanziari innovativi e adeguati ad una guerra”. In fondo occorre far fronte ad uno “shock imprevedibile e simmetrico di portata epocale” che sta investendo l’intera Europa.

Si tratta di una prova molto dura che la storia giudicherà: “Saremo tutti giudicati dalla Storia” ha affermato il presidente del Consiglio citando Alessandro Manzoni nell’Aula di Montecitorio. “Del senno del poi ne son piene le fosse”. In sostanza non è il momento delle contrapposizioni bensì della risoluzione comune; “è il tempo dell’azione e della responsabilità”, senza rivendicazioni.

Il premier Conte assicura al Parlamento che almeno un ministro si recherà in Aula ogni 15 giorni per riferire e condividere le decisioni. “Stiamo combattendo un nemico invisibile e insidioso che entra nelle nostre case, ci ha imposto di ridefinire le relazioni interpersonali, ci fa dubitare di mani amiche”.

È stato necessario agire “con la massima determinazione, con assoluta speditezza” di fronte ad un’emergenza dettata da una pandemia in rapida evoluzione. “Per la prima volta, dalla fine del secondo conflitto mondiale, siamo stati costretti a limitare libertà fondamentali”. Altra operazione non semplice si è rivelata “la selezione delle filiere essenziali, in ragione della forte interconnessione”, ha spiegato il premier.

Sono state imposte “abitudini di vita” del tutto nuove “con un impatto negativo sul sistema produttivo”, e si avverte “un dolore che si rinnova costantemente” a causa del crescente numero di decessi. Il premier ha rinnovato “commossa vicinanza” alle famiglie delle vittime.

Il governo ha infine messo in campo investimenti economici specifici per fronteggiare un eventuale crollo della società. Con il decreto Cura Italia “abbiamo prestato una prima attenzione alla categoria dei lavoratori autonomi e atipici, liquidità, protezione sociale, sostegno al reddito di famiglie e lavoratori. Con il nuovo intervento confidiamo di attuare un piano altrettanto significativo”, ha assicurato Conte annunciando altri “stanziamenti significativi di non minore importo rispetto ai 25 miliardi già stanziati”. Palazzo Chigi si impegnerà inoltre per tutelare “gli interessi strategici. I più preziosi asset del Paese vanno protetti con ogni mezzo”. Oltre alla taskforce di 300 medici selezionati da trasferire negli ospedali delle zone rosse è prevista anche una taskforce di 500 infermieri che arriverà “nelle zone con il più alto numero di malati”. In definitiva il ruolo dell’Unione europea “sarà di accompagnare la rinascita, anche con strumenti di debito comune, sperando che nessun Paese si sottragga”.

“Stiamo vivendo una pagina triste della nostra Storia”, ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso alla Nazione. Rivolgendosi all’Ue il capo dello Stato ha auspicato “iniziative comuni prima che sia troppo tardi”, nonostante la Banca centrale europea e la Commissione Ue abbiano già assunto “importanti e positive decisioni finanziarie ed economiche, sostenute dal Parlamento europeo”.

In pratica, “sono indispensabili ulteriori iniziative comuni superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente”. E, in sostanza, “la solidarietà non è soltanto richiesta dai valori dell’Unione ma è anche nel comune interesse”, ha sottolineato il presidente Mattarella.

In questa “difficile emergenza” è necessario un “impegno comune”. Maggioranza e opposizione, soggetti sociali, governi dei vari territori sono chiamati a collaborare. “Unità e coesione sociale sono indispensabili in questa condizione”.

Riconoscenza inoltre nei confronti di tutti coloro che stanno “fronteggiando la malattia con instancabile abnegazione: i medici, gli infermieri, l’intero personale sanitario, cui occorre in ogni modo assicurare tutto il materiale necessario”. Ed ancora “i farmacisti, gli agenti delle Forze dell’ordine, nazionali e locali, coloro che mantengono in funzione le linee alimentari, i servizi e le attività essenziali, coloro che trasportano i prodotti necessari, le Forze Armate”. La riconoscenza va anche “agli scienziati, ai ricercatori che lavorano per trovare terapie e vaccini contro il virus, ai tanti volontari impegnati per alleviare le difficoltà delle persone più fragili”. Ammirazione per le “imprese che hanno riconvertito la loro produzione in beni necessari per l’emergenza, agli insegnanti che mantengono il dialogo con i loro studenti”.

L’ampia e “pronta” risposta dei medici disponibili a recarsi negli ospedali più colpiti dall’emergenza in seguito alla richiesta della Protezione Civile “è un ennesimo segno della generosa solidarietà che sta attraversando l’Italia”, ha aggiunto il capo dello Stato sottolineando, inoltre, il “senso di responsabilità” con cui la cittadinanza sta attraversando la critica situazione di emergenza provocata dal Covid- 19.

“Il senso di responsabilità dei cittadini è la risorsa più importante su cui può contare uno Stato democratico in momenti come quello che stiamo vivendo”, ha spiegato Mattarella, per avviarsi così verso la ricostruzione durante la quale il nostro Paese saprà “esprimere il meglio” come in altri momenti della Storia. “Le prospettive del futuro sono – ancora una volta – alla nostra portata”.

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