Crisi Coronavirus, BCE a sostegno dell’economia
Per comprendere l’importanza del ruolo della BCE, ancor più della sua politica monetaria, basti pensare alla dichiarazione dell’allora Governatore Mario Draghi del 26 luglio 2012, “Whatever it takes”. La sola affermazione che la Banca Centrale avrebbe fatto ‘tutto’ il necessario per sostenere l’euro, fece crollare la speculazione e scendere lo spread come non erano riuscite a fare le manovre lacrime e sangue dei governi europei, in primis quello italiano guidato da Mario Monti.
Da questo ne discende che le dichiarazioni della neo-governatrice Christine Lagarde di una sostanziale neutralità della BCE rispetto la crisi da Coronavirus, pur se coerenti con la mission della Banca Centrale, sono state accolte dai mercati internazionali con vendite selvagge. Una sensibilità ai mercati che evidentemente l’economista Draghi aveva, e l’avvocato Lagarde no. Le reazioni delle istituzioni europee hanno fatto ben presto cambiare idea alla governatrice, e ai miseri 120 miliardi inizialmente messi sul tavolo in aggiunta al QE, appena 10 miliardi di acquisti in più su base mensile, è seguito il PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme). Si tratta di ben 750 miliardi di euro con a margine una dichiarazione molte forte di m.me Lagarde, “Tempi straordinari richiedono un’azione straordinaria. Non ci sono limiti al nostro impegno per l’Euro. E la Bce è determinata a sfruttare tutto il potenziale degli strumenti a disposizione.”.
Cambiato anche il target degli acquisti, ora si indirizzeranno su titoli pubblici e privati, comprendendo anche quelli greci e i commercial papers (cambiali e prestiti a breve). Il programma si estenderà per tutto il 2020, ma soprattutto non rispetterà più pedissequamente il principio del ‘capital key’, ovvero la percentualizzazione degli acquisti rispetto il peso degli stati nel capitale della BCE, ma opererà in maniera elastica. In parole semplici, se per esempio ci sarà bisogno di bilanciare maggiormente gli acquisti di titoli italiani, oltre il peso teorico previsto, rispetto a quelli tedeschi, sarà possibile operare in tal senso per sostenere l’economia italiana.
Questo è bastato a fare scendere lo spread da quota 320 a 189, ma sia ben chiaro che per il nostro Paese si tratta comunque di contrarre nuovi debiti, anche se al fine di aiutare l’economia bloccata dal Covid19. La domanda che si fanno gli investitori esteri è se un Paese con un Pil avviato a segnare -6% e un debito pubblico al 150% sarà in grado di sostenere questo peso senza andare in default. La scarsa fiducia nel nostro Paese è generata dalla tendenza che ha visto nell’ultimo mezzo secolo il debito pubblico italiano schizzare dal 60% al 135% senza ricadute sistemiche, con un balzo del 10% proprio ai tempi della manovra Amato che massacrò i contribuenti italiani. Il fatto che il tendenziale italiano in fatto di finanza pubblica sia sempre impostato alla crescita e al distribuire ‘pesci’ e non ‘canne da pesca’, ha portato gli investitori a essere molto scettici riguardo la politica economica del nostro paese.
Oltre il QE la BCE ha disposto la possibilità di ricorrere a nuove operazioni LTRO (long term refinancing operation) a TLTRO-III (Targeted Longer-Term Refinancing Operations) con cadenza trimestrale, per rifinanziare gli istituti creditizi a condizioni più favorevoli rispetto le attuali. La BCE ha inoltre ammorbidito i requisiti di solidità patrimoniale richiesti alle banche dal Pillar 2 Guidance, questo consentirà alle banche di smobilizzare asset e aumentare la liquidità offerta al mercato. Ma un’altra mossa fondamentale messa in atto dall’Eurotower è stata l’introduzione della massima flessibilità, mettendo così fine alle “quote” massime di acquisto titoli. Il riferimento è in particolare al tetto del 33% per l’acquisto di una singola emissione di titoli di Stato e del 50% per i titoli sovranazionali. Questo ha generato i malumori di alcuni rappresentanti tedeschi che stanno pensando di portare la questione nelle aule dell’Alta Corte di Giustizia di Karslruhe.
©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione