Pensieri di Ferro
QUELL’INNATO ISTINTO DI CONSERVAZIONE DI COVID 19 – Quello che colpisce è il fortissimo istinto di conservazione che il Covid 19 ha sviluppato. E questo nasce dal fatto che il Coronavirus fa parte degli Ecovirus, ossia di quel nuovo gruppo di virus letali non solo per gli uomini, ma anche per le economie. Il punto è che gli Ecovirus hanno capito che la loro probabilità di sopravvivenza è strettamente correlata all’abbraccio mortale che riescono a sviluppare con l’economia dei paesi “ospiti”. Un pò come Alien nel film del 1979. Più attacchi l’Ecovirus con misure vigorose per estirparlo (quarantene, zone rosse, blocco dei trasporti, limitazione ai movimenti delle merci, chiusura di aziende e negozi) e più questo reagisce colpendo al cuore l’economia del Paese ospite. Un esempio: subito prima dell’ultimo decreto, si era molto indecisi se includere o meno due comuni della Bergamasca nella fascia rossa; sicuramente si sarebbe contrastato ulteriormente la diffusione di Covid, ma si sarebbero anche messi subito a rischio 376 aziende e 3700 operai.
Il problema è che gli Ecovirus hanno capito anche un’altra cosa: ponendo i governi al bivio tra economia e salute, levano lucidità alla loro capacità decisionale perché li espongono a contraccolpi sociali, politico-elettorali e mediatici. E forse anche a interventi della magistratura. Ad esempio, se in una determinata zona si riducono anzitempo le cautele sanitarie nel tentativo di far ripartire al più presto l’economia, si corre il rischio di creare un andamento dei contagi “a denti di squalo”, ossia con più picchi di contagio ravvicinati. E’ ciò che successe con la Spagnola del 1918 ed è ciò che potrebbe accadere in Cina con i contagi da ritorno. Ma è anche quello che potrebbe manifestarsi in Europa dove, incredibilmente i Paesi dell’UE continuano a muoversi in ordine sparso su chiusura frontiere, circolazione di merci e persone e sul livello di allarme sanitario.
E l’andamento del contagio a “denti di squalo” è proprio ciò che andrebbe evitato ad ogni costo. Infatti, le conseguenze sarebbero drammatiche sia dal punto di vista psicologico che economico: da una parte si minerebbe la speranza, dall’altra, diffondendo una destabilizzante incertezza, si impedirebbe al volano dell’economia di rimettersi in moto.
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[NdR – Andrea Ferretti è economista bancario e giornalista economico]