W20, obiettivo donna
Quest’anno ricorre il venticinquesimo anniversario della Conferenza di Pechino. Era il 1995, durante la quarta conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne fu adottata una risoluzione per aiutare l’emancipazione e il miglioramento della condizione delle donne in tutto il mondo. La conferenza stabilì obiettivi strategici per raggiungere la parità di genere in 12 aree, tra cui: donne ed economia, violenza contro le donne, donne e ambiente e donne in ruoli di leadership.
A distanza di tanti anni molte cose sono cambiate ma c’è ancora tanto da fare e in quest’ottica il W20 sta lavorando. Il W20 (Women 20), è un gruppo di interesse della società civile che ha come scopo quello di elaborare proposte di policy per i leader dei paesi membri del G20.
Dal 2009, infatti, il G20 rappresenta il principale forum economico mondiale e convoca i leader delle più importanti economie del Pianeta. La preparazione del vertice prevede che il paese che detiene la presidenza apra un dialogo con la società civile e l’opinione pubblica.
Sono emerse nuove sfide e si sta lavorando per colmare le lacune di attuazione in tutte le 12 aree critiche. Nel 2020 il W20 concentrerà i suoi sforzi per promuovere la parità di genere e l’empowerment economico delle donne con raccomandazioni politiche specifiche sui seguenti cinque temi: inclusione del lavoro, inclusione finanziaria, inclusione digitale, processo decisionale inclusivo e imprenditoria femminile come argomento trasversale. Nel corso del 2020, il W20 promuoverà l’adozione di misure pratiche da parte delle economie del G20 per aumentare le opportunità per le donne, oltre a lavorare per garantire l’integrazione della parità di genere nel processo decisionale del G20.
In questo periodo di grande criticità il W20 ha anche affrontato temi strettamente legati alle difficoltà scaturite dalla forzata quarantena imposta dai vari Stati. Evidenziando quanto il ruolo della donna sia fondamentale ma anche delicato, quanto esso sia importante nella cura dei bambini e delle persone anziane, insomma delle fasce più deboli. Perché a molti forse non viene in mente che di solito questo ruolo è quasi sempre della donna come non viene in mente che la quarantena può essere un inferno in situazioni di violenze domestiche. Ma le situazioni evolvono e ci sono novità.
Il Primo Ministro Australiano Scott Morrison ha annunciato che il governo fornirà supporto a 13.000 centri di assistenza all’infanzia in tutto il paese per garantire che rimangano aperti, dopo che il numero di bambini iscritti è drasticamente calato nelle ultime settimane. Questo per aiutare tutte le persone che stanno continuando a lavorare malgrado la pandemia di coronavirus in “lavori essenziali”. “La cura dei bambini e l’educazione della prima infanzia sono fondamentali”, ha dichiarato Morrison ai giornalisti .”Non voglio che un genitore debba scegliere tra dar da mangiare ai propri figli o far sì che i loro figli siano appropriatamente accuditi”, ha sottolineato il Primo Ministro, e così facendo ha dimostrato di essere un attento osservatore delle questioni familiari e soprattutto del ruolo fondamentale della donna in essa.
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