Cronache dai Palazzi
Continua il lockdown. Italia ancora blindata a causa della pandemia da Coronavirus. Il governo ha annunciato la proroga del decreto di chiusura fino al 13 aprile, dopodiché inizierà molto probabilmente una fase 2, ossia una nuova fase di “convivenza” con il virus, come ha spiegato il premier Conte invitando tutti a “continuare a rispettare le misure”.
Gli effetti positivi delle misure restrittive cominciano a manifestarsi, “ma non siamo in condizioni di poter abbracciare una prospettiva diversa”. Così il governo ha annunciato che per altri 15 giorni non cambierà nulla. I contagi iniziano a decrescere ma occorre verificare e assicurarsi di una certa stabilità del fenomeno, occorre essere vigili e non abbassare la guardia di fronte ad una pandemia che ha investito gran parte del mondo occidentale, di fatto fagocitato dal virus.
Riguardo alle passeggiate con i bambini (un genitore per volta) Conte ribadisce: “Non abbiamo mai autorizzato il passeggio con i bambini. Abbiamo solo detto che si può consentire l’accompagno di un bambino per un genitore quando va a fare la spesa”. In sostanza “nessuno ha detto che si possa andare a spasso”, ha puntualizzato il presidente del Consiglio aggiungendo che “non cambia nulla”, le regole sono sempre le stesse e il consiglio che viene ribadito è quello di restare a casa, o comunque di uscire lo stretto necessario.
Nel Dpcm, ha precisato il premier, l’unica novità che abbiamo introdotto “riguarda le sedute di allenamento degli atleti. Le sospendiamo onde evitare che le società sportive possano pretendere prestazioni sportive anche sotto forma di allenamento. Questo non significa che gli atleti non si dovranno più allenare: lo faranno in forma individuale”.
A tutti gli italiani viene richiesto “un ulteriore sforzo” per non vanificare i risultati ottenuti fino ad ora. “Pagheremmo un prezzo altissimo, oltre al costo economico e sociale saremmo costretti a ripartire di nuovo, e non ce lo possiamo permettere”. Le misure potranno essere alleggerite “nel momento in cui i dati dovessero consolidarsi e il consiglio degli esperti ce lo permetterà”, puntualizza Palazzo Chigi che ricorda: “Dovremmo affrontare giorni di festività con questo regime restrittivo”. Dopo Pasqua “si valuterà la prospettiva per programmare un eventuale allentamento delle misure”, ma la data precisa della ripartenza e delle varie riaperture (che saranno comunque scaglionate) non può ancora essere fissata.
Distanziati anche in auto e in moto si va da soli. È vietato spostarsi in un Comune diverso da quello in cui si vive se non per “comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza, o motivi di salute”, o anche per acquistare prodotti di prima necessità se non sono disponibili nel proprio Comune.
Si può uscire per andare a fare la spesa o in farmacia, per comprare il giornale. È vietato raggiungere le seconde case a meno che si presentino “necessità di porre rimedio a situazioni sopravvenute e imprevedibili” come crolli o rotture di impianti idraulici. Ancora chiusi bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, discoteche, cinema e teatri. La ristorazione con consegna a domicilio è consentita “nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto”.
Continuano ad essere chiusi i parchi, i giardini pubblici, le aree gioco e quelle dedicate alle attività ludiche. Il decreto, come ha precisato Palazzo Chigi, non prevede la cosiddetta “ora d’aria” per i più piccoli per evitare il rischio che una misura del genere possa diventare un modo per poter uscire di casa più frequentemente.
Continueranno ad essere aperte le banche e gli uffici postali, i call center, le agenzie assicurative e finanziarie. Autorizzati a lavorare gli uffici legali e quelli di ingegneria anche se sono da preferire le modalità di lavoro in Smart working. I trasporti pubblici possono funzionare ma le corse risultano ridotte. Bloccato il settore edile fatta eccezione per i cantieri aperti per la manutenzione e ricostruzione delle infrastrutture come il cantiere per il ponte Morandi. “Dopo la decisione di chiudere alcune attività produttive, abbiamo scelto che rimanessero aperti cantieri strategici: strade, gallerie e ponti”, ha affermato la ministra dei Trasporti e Infrastrutture, Paola De Micheli intervistata dal Corriere. “Abbiamo l’esigenza di inserire anche i cantieri sul dissesto idrogeologico per prepararci all’autunno. In tutti vanno applicate le linee guida per la sicurezza sanitaria dei lavoratori e nel Cura Italia c’è la copertura giuridica per le imprese che hanno cantieri chiusi per Covid- 19”.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda che “viviamo un periodo travagliato della storia della nostra Repubblica”, ma con la “certezza che supereremo, assieme, questo difficile momento”. Alle tante persone che gli scrivono (più di 5 mila lettere dal primo marzo ad oggi) il capo dello Stato esprime “vicinanza” non nascondendo i propri timori per quanto riguarda l’emergenza da Coronavirus. Il richiamo all’unità e alla coesione nazionale è una costante nei discorsi del presidente Mattarella, un antidoto alla crisi di qualsiasi genere. La crisi è sanitaria, è economica, è sociale. Una crisi così acuta che il capo dello Stato torna ad esortare il dialogo tra maggioranza e opposizione, affinché uniscano le forze per trainare il Paese verso la ricostruzione. Al bando le polemiche e le rivendicazioni perché mai come in questo momento, anche di fronte all’Europa, è importante dimostrare una forte coesione nazionale.
Nel frattempo l’Ue ha ampliato il raggio del dialogo e delle risorse e ha varato una proposta di assicurazione temporanea anti-disoccupazione presentata dalla presidente tedesca della Commissione europea Ursula von der Leyen. La suddetta proposta si chiama “Sure” e fa riferimento al sistema tedesco di sostegno statale al part-time, lo stesso piano che von der Leyen ha applicato da ministro del Lavoro nel proprio Paese durante la crisi finanziaria. In pratica si tratta di un sistema di aiuti ai sistemi di ammortizzatori sociali nazionali che dovrebbe essere collaudato nei Paesi più penalizzati dalla pandemia da Coronavirus come l’Italia e la Spagna. “Con questo nuovo strumento di solidarietà mobiliteremo 100 miliardi per tenere la gente al lavoro e consentire alle imprese di restare in attività – ha affermato von der Leyen -, stiamo unendo le forze per salvare vite e proteggere i mezzi di sussistenza”. Il commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni ha definito il Sure “la prima risposta comune dei Paesi europei”, fiducioso che ne seguiranno altre.
La proposta del Sure verrà valutata dall’Eurogruppo che il 7 aprile dovrebbe decidere di mettere a disposizione ben altri miliardi di euro per affrontare la crisi economica (prestiti di Mes e Bei, stimoli per la crescita e di debito comune). Un’eventuale proposta condivisa dovrà in ultima istanza essere vagliata dal Consiglio europeo dei 27 capi di Stato e di governo, che rappresenta l’organo decisionale più elevato.
In definitiva, gli impegni anticrisi nazionali ed europei dovrebbero essere pari a 2.770 miliardi e, in una prospettiva di ricostruzione e di ripartenza per molti Paesi europei, la presidente della Commissione Ue von der Leyen propone di potenziare il prossimo bilancio Ue 2021-2027, per un “piano Marshall, che progettiamo tutti insieme, come Ue”. Nobili intenzioni che attendono di tradursi in fatti concreti nel breve periodo.
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