ISTAT, Rapporto 2020 sulla competitività
Pubblicata di recente dall’Istat l’edizione 2020 del Rapporto sulla competitività dei settori produttivi (periodo di riferimento anno 2019), che su base annuale offre un quadro informativo e analitico della struttura, della performance e della “dinamica” del sistema produttivo italiano.
In estrema sintesi dal Rapporto emerge una situazione economico-competitiva dei diversi settori produttivi italiana in cui migliora la competitività dei settori alimentare, bevande, abbigliamento ed elettronica e l’analisi prosegue nell’osservazione del peggioramento della situazione del tessile, della gomma e del legno.
Il Rapporto integra fonti di analisi e informative sia di natura amministrativa che statistica in modo da fornire indicatori che siano di tipo congiunturale oltre che strutturale sulle performance dei differenti settori che consentano un’analisi degli ambiti e dei fenomeni significativi per la competitività delle imprese e del sistema produttivo nazionale che sia corretta e contemporaneamente esaustiva. Il Focus del documento è centrato sulla questione, quanto mai significativa in questi ultimi tempi, della reattività del sistema produttivo nazionale agli shock provenienti dall’estero.
Quattro sono i capitoli della pubblicazione: “Esportazioni, ciclo e competitività” in cui è presente un’analisi geopolitica, anche, dei diversi eventi susseguitesi nel corso del 2019: Brexit, dazi statunitensi e il conseguente indebolimento del “ciclo internazionale”; “Performance, struttura relazionale e trasmissione degli shock”, in cui sono poste in evidenza le dinamiche intersettoriali e le collegate relazioni che caratterizzano il settore produttivo italiano, mettendo, anche, in luce la velocità e l’ampiezza della trasmissione degli “impulsi di shock esogeni tra i differenti settori economici; “Il sistema delle imprese: strategie e capacità di reazione”, che fornisce un quadro delle strategia d’impresa, contemporaneamente, alla capacità di reazione delle differenti imprese, in funzione delle sollecitazioni ricevute dal “ciclo economico” dai principali partner commerciali nazionali; “L’esposizione dei territori agli shock di domanda estera”, in cui sono sviluppate le principali caratteristiche territoriali e regionali e sub-regionali che caratterizzano “l’esposizione dei rispettivi sistemi economici” agli shock esogeni, proponendo una mappatura delle maggiori aree di rischio ed esposizione, che le rendono vulnerabili a potenziali shock esteri.
Nelle Rapporto, con l’obiettivo di offrire un quadro costantemente aggiornato del sistema per ogni settore manifatturiero, l’Istat propone delle schede di sintesi, nelle quali sono riportate strategie e performance delle imprese, con informazioni di natura congiunturale aggiornate in tempo reale. Strategie di performance, in cui spicca, per efficacia, l’utilizzo appropriato della “ricchezza relazionale” posseduta dalle aziende produttive, ovvero del patrimonio di relazioni, competenze e corretta gestione delle risorse umane presenti nei differenti “ambienti produttivi” e realizzatrici dei risultati/prodotti forniti dalle differenti aziende. Il Rapporto è, inoltre, arricchito da un’Appendice Statistica in cui sono compresi gli indicatori settoriali scaricabili dal sito istituzionale Istat.
Mentre si stava concludendo la realizzazione del Rapporto, gli eventi legati al Covid19 sono ancora in corso di evoluzione, per cui dati statistici ufficiali aggregati non sono ancora disponibili né in forma primaria e tantomeno analizzata. Per queste ragioni le conseguenze di Covid19 ancora non sono state prese in esame, nelle conseguenze che produrranno sul tessuto produttivo né nell’impatto che produrranno nel mondo del lavoro nel nostro Paese e su scale mondiale.
Istat fa presente che “dati statistici ufficiali in grado di fornire prime misurazioni delle dinamiche economiche nel periodo di manifestazione della crisi sanitaria saranno disponibili nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione” del Rapporto; tuttavia il documento è, comunque, importante perché fornisce analisi delle “condizioni strutturali del sistema produttivo italiano”, che delineano e delineeranno il quadro di riferimento complessivo aggiornato a fine 2019, sul quale gli “effetti economici dello shock” si innesteranno.
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