Non è un Paese per Donne

Spesso ho ingaggiato accese discussioni sulle quote rosa. Personalmente, credo sia molto più importante il merito che il genere ma penso anche, suffragato da lunga esperienza, che se non ci fosse stata una Legislazione adatta saremmo ancora a girare la polenta sul fuoco. Mi spiego: ancora adesso la presenza femminile in Italia nei posti chiave è bassa. L’Italia non è un Paese per donne che lavorano; a dirlo è il Censis a fine 2019 in occasione dell’inaugurazione di una mostra fotografica nata da un progetto sulle discriminazioni.

Siamo gli ultimi in Europa per l’occupazione femminile con 9.768.000 lavoratrici che rappresentano il 42,1% degli occupati complessivi e un tasso di attività femminile al 56,2%. Dato che non amo soffrire non vi sto a dare i dati della Svezia, immaginateli. Prendiamo l’ascensore e andiamo ai piani alti: le donne manager sono solo il 27% dei dirigenti, valore molto al di sotto di quello medio europeo del 33%. E come non bastasse, quando lavorano svolgono mansioni per cui sarebbe sufficiente un titolo di studio più basso di quello che possiedono. Siete abbastanza depresse? Vi aiuto ad esserlo di più: il 48,2% degli italiani è convinto che le donne per raggiungere gli stessi traguardi degli uomini debbano studiare di più.

E allora per fortuna ci sono realtà come il  Women 20, engagement group del G20 che cerca di porre fine a tutte le forme di discriminazione e violenza contro le donne e cerca di spingere le istituzioni ad attuare riforme legali e sociali. La strada è lunga ma è già intrapresa; ci sono donne davvero in gamba che la stanno percorrendo e che sicuramente miglioreranno il mondo del lavoro femminile. E non per ragione di quota ma per ragione di bravura.

Sono tanti gli argomenti: uno su tutti è fermare la violenza contro le donne applicando e sviluppando meccanismi di responsabilità specie sui social media che ormai sono il mezzo sovrano per veicolare odio e accanimento; sarà necessario agire sugli stereotipi, aiutando le nuove generazioni ad avere una visione onesta e aperta del genere. Basta principi azzurri, basta baci che tolgono incantesimi; vanno bene se di pari passo con la consapevolezza che sono favole, sogni. La realtà è fatta di principesse che si istruiscono, acquisiscono competenze a possono regnare anche senza sposare un principe. Sono piccole cose ma producono grandi cambiamenti.

Le donne in gamba ci sono; devono solo essere prese nella giusta considerazione dando loro lo spazio per agire e migliorare le cose con il loro talento, con l’intuizione, la misericordia e tante qualità femminili che fanno la differenza. Non virago in tacchi a spillo. Donne in gamba, sul serio.

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