Camera di Consiglio
TRA DIRITTO ED ETICA: UN BAMBINO CON DUE PADRI E’ DISCRIMINATO? – E’ fatto notorio che in Italia la maternità surrogata sia vietata; tuttavia, tale pratica è perfettamente legale e molto diffusa, in specie tra i Paesi anglosassoni.
E’ stato da pochi giorni portato all’attenzione della Corte Costituzionale un caso di non poco conto, molto difficile, non solo da un punto di vista giuridico, ma, soprattutto, da un punto di vista etico: il caso in esame, infatti, riguarda due cittadini italiani, sposatisi in Canada, il quale matrimonio veniva poi trascritto in Italia nel Registro delle Unioni Civili, istituito dopo la famosa “Legge Cirinnà”. Tale normativa ha avuto il merito di poter riconoscere, tramite l’introduzione delle “Unioni Civili”, il riconoscimento e la tutela da parte dello Stato di un rapporto tra due persone dello stesso sesso, al pari del matrimonio.
Tuttavia, tale riconoscimento ha aperto altre problematiche, che riguardano soprattutto i diritti dei figli delle persone unite civilmente. Nel caso di cui si parla, la vita della coppia veniva allietata dalla nascita di un figlio in Canada, attraverso l’utilizzo della maternità surrogata, che in quello Stato è perfettamente lecita. Ma una volta rientrati in Italia, si sono visti rifiutare dal Comune di residenza la trascrizione nell’atto anagrafico del minore del nome del secondo papà.
Ad oggi, infatti, nel caso di un bambino nato all’estero con l’utilizzo della tecnica della maternità surrogata, la trascrizione presso l’Anagrafe del nome del secondo papà (o della seconda mamma) non è prevista in Italia, anche alla luce della normativa che vieta e punisce l’utilizzo della maternità surrogata.
I due uomini hanno portato avanti la loro personale battaglia, la quale non è sicuramente limitata al loro caso, sino ad arrivare avanti la Corte di Cassazione, la quale ha deciso che non si pronuncerà finché non perverrà una decisione da parte della Corte Costituzionale, poiché la questione è di grande rilievo.
Il compito della Corte Costituzionale, infatti, è quello di verificare la conformità delle leggi rispetto al contenuto della Costituzione, che racchiude i principi ed i diritti fondamentali ed inviolabili dei cittadini, tra i quali, ovviamente, i minori. Si chiede, dunque, se siano legittime e conformi ai diritti inviolabili dei cittadini e, soprattutto dei bambini, le normative che vietano la fecondazione assistita, pratica esclusa in Italia e sanzionata penalmente, e la trascrizione nei registri anagrafici dei nomi di due genitori dello stesso sesso.
E’ necessario precisare che la Corte Costituzionale dovrà tener conto della necessità di armonizzare le normative interne con quelle internazionali, tra le quali spicca un parere della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, secondo la quale le normative di cui sopra non terrebbero conto dell’interesse del minore, il quale, ovviamente, non ha avuto voce in capitolo se, come e dove nascere.
Prevarrà il diritto del bambino? Sarà, in ogni caso, una sentenza epocale, perché non riguarda soltanto i bambini delle famiglie omosessuali, ma anche i bambini di coppie eterosessuali, nati con l’utilizzo di tale modalità.
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Un Commento
Il bambino nato da surrogata è discriminato in partenza dai suoi compratori., è un prodotto acquistato privato della madre sin dalla nascita. È un bambino privato della sua identità biologica, dei suoi genitori, dei nonni, degli zii, dei cugini di sangue. È un bambino privato della possibilità di utilizzare le informazioni della sua famiglia per la cura delle malattie ereditarie. È un bambino privato della sua identità sociale, sostituita da una identità artificiale imposta dai suoi compratori. È un bambino a cui viene dato un”amore” frutto dell’ egoismo dei suoi genitori benestanti che sfruttano il corpo di donne in difficoltà. Lo Stato dovrebbe avvallare tutto questo? Si confondono i diritti dei bambini con i diritti di questi acquirenti senza scrupoli. Per ogni bambino a cui vengono riconosciuti questi ‘diritti’ ve ne saranno molti altri a cui questi ‘diritti’ dovranno essere riconosciuti. É una presa in giro dello Stato e del vivere civile.