Sono un fenomeno paranormale (Film, 1985)

Sono un fenomeno paranormale di Sergio Corbucci è una commedia fantastica non del tutto riuscita, scritta e sceneggiata dal regista con la collaborazione di Zapponi e Romoli. Sordi – che collabora al soggetto – è Roberto Razzi, uno scettico giornalista televisivo nemico del paranormale, impegnato a svelare i trucchi di maghi e santoni per il trionfo della razionalità. A un certo punto decide di andare in India per rivelare al pubblico i trucchi dei fachiri e le menzogne legate ai culti esoterici. La caduta da un elefante mentre si reca a un appuntamento con il santone Babishàn lo fa precipitare in un coma irreversibile, ma stranamente si risveglia e si rende conto di possedere poteri paranormali. Nella sua casa romana piega posate con il pensiero, scatena cicloni in giardino, muove oggetti, fa levitare mobili e libri. Sordi è conteso tra due bellezze come la moglie Elsa Martinelli – elegante e sensuale – e la segretaria Eleonora Brigliadori, presenza fascinosa dagli occhi azzurri. La commedia vira sul sexy quando Pippo Baudo (nella parte di sé stesso) invita Razzi (Sordi) in televisione e quest’ultimo scatena l’orgasmo con la forza dello sguardo tra le signore presenti in sala.

Eleonora Brigliadori attraversa il periodo migliore della sua carriera, è di una bellezza luminosa, oltre che di una bravura notevole. Elsa Martinelli mostra un fugace nudo dorsale durante il ciclone casalingo che scaccia gli ospiti e le solleva il vestito. A un certo punto Sordi si divide in due per poter godere delle grazie di moglie e segretaria (tutto è molto casto), finisce anche per guarire la piccola figlia della Brigliadori che ha una gamba malata dalla nascita. Il finale vede Sordi di nuovo in India, dal santone Babishàn, dove ottiene la rivelazione di un importante segreto per le sorti del mondo, ma il pubblico non deve saperlo.

Il ritmo della commedia è fiacco, ma Sordi è bravo a interpretare il giornalista scettico, la parodia di un uomo comune con lo sguardo allucinato di chi è posseduto da forze soprannaturali. Il film presenta troppe parti strutturali e didascaliche, le sequenze girate in India godono di una fotografia superlativa e di una scenografia intensa, ma come stile rasentano la docufiction. Le trovate comiche sono ai minimi storici. Il pubblico gradisce, ma Sono un fenomeno  paranormale non può dirsi uno dei migliori film interpretati da Alberto Sordi, né Sergio Corbucci pare il regista più adatto a dirigere una commedia di taglio fantastico. Sergio Corbucci (Roma, 1927-1990), dirige un numero incalcolabile di pellicole, spaziando tra i generi più popolari del cinema italiano, soffermandosi sulla commedia, rendendo scostumata la commedia di costume e portandovi la parolaccia a ruota libera e il riso di grana grossa (Enrico Giacovelli). Preferiamo il Corbucci western, senza dubbio, gli eccessi sanguinolenti di Django (1966) sono ben altra cosa delle commedie leggerissime stile Roba da ricchi (1987) e Rimini Rimini (1987).

Sono un fenomeno paranormale è un film non memorabile, non classificabile tra i migliori interpretati da Alberto Sordi, ma che conserva momenti di ilarità e – secondo lo stile di Corbucci – molte risate di grana grossa.

. . .

Regia: Sergio Corbucci. Soggetto e Sceneggiatura: Bernardino Zapponi, Giovanni Romoli, Sergio Corbucci, Alberto Sordi. Fotografia: Sergio D’Offizi. Montaggio: Tatiana Casini Morigi. Musiche: Piero Piccioni. Scenografia: Marco Dentici. Costumi: Maria Luigia Carteny. Interpreti: Alberto Sordi, Elsa Martinelli, Eleonora Brigliadori, Maurizio Micheli, Claudio Gora, Gianni Bonagura, Pippo Baudo,Donald Hodson (Doppiato da Elio Pandolfi), Rocco Barocco, Néstor Garay (doppiato da Carlo Baccarini), Ines Pellegrini, Antonio Spinnato. Durata: 112’. Colore. Italia. Interni: Cinecittà.

©Futuro Europa® Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

Condividi
precedente

Erasmus+ in tempi di Coronavirus

successivo

L’accoltellatore di Reading

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *