Covid 19, App d’Europa in dialogo tra loro

Dal Comitato Europeo per la Protezione dei dati Personali (EDPB) sono stati adottati due “Statement” su questioni che riguardano la circolazione delle persone successivamente al miglioramento della situazione di contagio e diffusione epidemiologica da Covid 19 nei Paesi UE. Una dichiarazione “sull’interoperabilità delle applicazioni per il contact tracing” e un’altra dichiarazione “sull’apertura delle frontiere in riferimento ai diritti di protezione dei dati”.

La prima, tenendo presente le indicazioni dell’EDPB nelle Linee guida EDPB 04/2020 sull’uso dei dati di localizzazione e degli strumenti di ricerca dei contatti nella pandemia da Covid 19, approfondisce l’analisi su aspetti come la “trasparenza, la base giuridica, il controllo, i diritti degli interessati, la conservazione e la minimizzazione dei dati, la sicurezza delle informazioni e l’accuratezza dei dati nella creazione e utilizzo di una rete interoperabile di applicazioni”.

Condivisione dei dati di persone risultate positive al Covid 19 dovrebbe essere attivata, grazie a questo tipo di applicazioni interoperabili, solo su base di una decisione volontaria dell’utente, in modo da non far diventare l’interoperabilità un argomento giustificativo per estendere la raccolta dei dati personali oltre il necessario. Per l’EDPB dare “informazioni e controllo agli interessati aumenterà la loro fiducia nella soluzione e nella sua potenziale adozione”.

Nello “Statement on the processing of personal data in the context of reopening of borders following the Covid 19 outbreak” il tema è la riapertura delle frontiere Schengen, tema nel quale la maggior parte delle misure comporta il trattamento di dati personali.

Si tratta di misure che prevedono la riapertura sicura delle frontiere attualmente previste o attuate dagli Stati membri, comprendendo test per il Covid 19, la richiesta di certificati di salute fisica e l’uso di un’applicazione volontaria per la ricerca per la ricerca dei contatti.

Vediamo che sono tutte misure che prevedono e comportano il trattamento dei dati personali. I responsabili del trattamento vedono, per queste ragioni, complicarsi il loro ruolo e la loro funzione: devono garantire misure efficaci e proporzionate e devono valutare se un’alternativa meno intrusiva può raggiungere lo stesso scopo. “E’ importante garantire che i cittadini europei possano utilizzare l’applicazione del proprio Paese ovunque si trovino in viaggio nella UE – queste le parole del Commissario per il Mercato interno Thierry Breton a riguardo, che prosegue – le app di tracciamento dei contatti possono essere utili per limitare la diffusione del Coronavirus, in particolare nel quadro delle Strategie nazionali miranti alla revoca delle misure di confinamento”.

Dalla Commissione sono stati definiti i “parametri tecnici” che garantiscano l’interoperabilità delle applicazioni mobili volontarie utilizzate nei diversi Paesi UE. Interoperabilità ritenuta cruciale per lo stesso utilizzo dell’App e come precisa il portavoce della Commissione Joahnnes Bahrke. Parametri tecnici che seguiranno Linee Guida generali sull’interoperabilità transfrontaliera tra le App mobili volontarie all’interno dell’Unione, come stabilito dagli Stati membri con il contributo della Commissione. Le Linee Guida identificano i requisisti minimi che le App devono avere per interagire tra loro “ovunque si trovino nella UE e qualunque sia l’App che utilizzano” in modo che gli utenti possano ricevere un avviso se sono stati vicini per un certo tempo a un altro utente testato positivo al virus.

Per queste ragioni è evidente che le App debbano avere un “approccio comune per rilevare la vicinanza tra i dispositivi e debbano consentire di avvisare gli utenti all’estero con le informazioni di cui hanno bisogno in una lingua che possano comprendere. Interoperabilità che è fondamentale, anche, per supportare le misure di allentamento e alleggerimento del lockdown nei diversi Paesi UE e l’eliminazione delle restrizioni alla libera circolazione in tutta l’Unione Europea”.

Alla base delle Linee Guida per l’interoperabilità c’è il “toolbox” comune agli Stati membri UE del 15 aprile e gli Orientamenti della Commissione sulla protezione dei Dati del 16 aprile (Comunicazione 2020/C124I/01) oltre alla Raccomandazione della Commissione dell’8 aprile (UE 2020/518) relativa a un pacchetto di strumenti comuni dell’Unione per l’uso della tecnologia e dei dati per contrastare la crisi Covid 19 e uscirne, particolarmente per quanto riguarda le applicazioni mobili e l’uso di dati anonimi sulla mobilità.

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