ALBA di Chavez già al tramonto
In genere i “caudillos”, ovvero quelle figure carismatiche, populiste ed autoritarie che tanto spazio hanno nella storia latino americana, non lasciano eredi. Forse l’unica eccezione è quella del Peronismo, i cui seguaci continuano ancora a governare l’Argentina con i pessimi risultati mondialmente noti.
Non è dato sapere ad oggi se Maduro sopravvivrà alla grave crisi economica che attanaglia il suo paese, ma è certo che l’influenza dello “sciavismo” all’estero è in profonda crisi. Con il suo carisma, con le sue imponenti risorse finanziarie, con le sue idee populiste, terzomondiste e anti americane, Chavez aveva costruito attorno a sé e al Venezuela una serie di alleanze e di organizzazioni, quali l’ALBA e la CELAC.
Il vecchio sogno di Simon Bolivar di creare l’unità dei latino americani in contrapposizione agli USA avrebbe dovuto trovare nell’ALBA e nel CELAC gli strumenti per realizzare quella integrazione economica e politica dei latino americani.
Nel 2004 nasce l’ALBA, Alleanza Bolivariana per le Americhe. Ne fanno parte un nucleo centrale formato da Venezuela, Cuba, Bolivia ed Ecuador, integrano l’organizzazione il Nicaragua e piccole isole dei Caraibi. Tutti ricevono ampie sovvenzioni finanziarie e petrolio sotto il costo internazionale. Ma Chavez, nel pieno del suo potere, non ferma la sua azione ai paesi di sinistra, ma allarga la sua attenzione a tutta l’America Latina e ai Caraibi. Infatti, dopo vari vertici preparatori, il 2 e 3 dicembre del 2011 a Caracas, tiene a battesimo la Comunità degli Stati Latino Americani e dei Caraibi, CELAC. Ne fanno parte 33 stati, tutti gli stati delle tre Americhe tranne gli USA e il Canada.
Gli avvenimenti successivi sono noti. La morte di Chavez e la grave crisi economica hanno messo in crisi le due organizzazioni che si reggevano essenzialmente sulla personalità di Chavez e sui suoi soldi. Certamente le due organizzazioni sulla carta rimangono, eredità di uno sciavismo privo di leader, Maduro non ha né il carisma né le risorse finanziarie. Il Venezuela è ormai ripiegato su sé stesso, sulla sua crisi economica fatta di una inflazione che è la più alta delle Americhe, di una scarsità di beni primari, di una vita quotidiana in cui gli omicidi hanno toccato livelli tra i più alti del mondo. Gli ideali di integrazione economica e politica di Bolìvar dovranno attendere tempi migliori.
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