La psiche di Trump

L’uscita del libro della nipote di Trump, Mary, che era stata annunciata per il 21 luglio, è stata anticipata alla prossima settimana, dato, secondo la spiegazione  della casa editrice Simon & Schuster, l’enorme interesse manifestato dal pubblico. Questo, s’intende, se la Casa Bianca non riuscirà a bloccarne la diffusione nell’udienza da un giudice federale fissata per venerdì prossimo, su richiesta di un fratello del Presidente e zio di Mary, fondata sul fatto che le rivelazioni del libro sui traffici finanziari e fiscali della famiglia sarebbero precluse da un accordo di confidenzialità firmato nel 2002 dalla stessa Mary Trump. L’argomento è abbastanza forte, Mary replica che l’accordo sarebbe stato firmato sulla base di false informazioni fornite dalla famiglia a suo tempo.

Starà al giudice decidere. Nel frattempo, peraltro, l’Editore ha già cominciato a distribuire il libro, di cui molte copie sono venute in possesso della grande stampa “liberal”. Washington Post, New York Times e The Guardian ne riportano la tesi di base di carattere psicologico (non possono invece, per ovvie ragioni, entrare negli aspetti finanziari e fiscali ancora suscettibili di interdizione. Tanto più che da tempo in corso una battaglia legale per obbligare Trump a far conoscere le proprie dichiarazioni d’imposta). Mary Trump, che è di professione psicologa, fa risalire i deliri di grandezza dello zio, il bisogno di autoesaltazione, la propensione ad ignorare la verità, a un’infanzia perturbata dalla virtuale assenza della madre, a lungo malata, e dal carattere dominatore, egoista e violento del padre, Fred Trump, che non dava amore ma solo esigeva sottomissione e successi.

Non è difficile credere che un padre al tempo stesso indifferente ed esigente, e che la stessa Mary definisce “psicopata” possa rovinare la psiche di un bambino nell’età in cui è ancora malleabile (il fratello di Donald e padre di Mary, è morto del resto per eccessi di alcoolismo). Ma quando questi guasti, uscendo dalla sfera privata di un uomo qualsiasi, influenzano pensiero ed azione di un uomo pubblico responsabile del più importante Paese della terra, allora è davvero una tragedia.

Al di là di questi aspetti, resta naturalmente sospesa la parte, potenzialmente più grave, delle manipolazioni finanziarie e fiscali, che può davvero scandalizzare in profondità il pubblico americano. Sempre che gli sia concesso di avervi accesso.

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