Cara Caterina…
Cara Caterina, ti scrivo guardando la tua foto sorridente da dove ammicchi radiosa e mostri il tuo bel décolleté. Sei una bella donna davvero ma dal tuo manifesto elettorale vedo solo belle tette. E mi chiedo. Si è mai visto un maschio belloccio candidato ammiccare da un manifesto elettorale magari vestito solo di mutande stretch? Oppure in controluce con il sedere all’infuori mentre guarda un tramonto e sospira?
Insomma, cara Caterina, ma come ti è venuto in mente? Ma non ti rendi conto che ci fai fare decine di passi indietro? Non ti rendi conto che molti avranno la tua foto nell’armadietto della palestra e magari penseranno alle tue tette in momenti di solitudine malinconica? Caterina mia, che ti passa per la testa? Credo che tu sia preparata e in gamba e allora mi chiedo se serva davvero questo mezzuccio anni ottanta di ostentare qualità seminascoste magari offuscando la possibilità che qualcuno scopra che sei anche intelligente.
Perché questo sarà. Se verrai eletta e io te lo auguro, sarai sempre la tettona, non ti porteranno mai il rispetto che meriti sarà tutta un’ammiccata e un sorrisetto quando passi. E allora mi chiedo perché. A che serve tanta energia messa da donne di tutto il mondo per ottenere parità di genere e quindi di trattamento e quindi aiuti per gestire lavoro e famiglia e quindi per fare carriera senza barriere. A che serve se poi tu e altre decidete che si fa prima con le tette. Cominciamo da qui, cara Caterina, cominciamo a volerci bene anzi meglio a decidere di non essere oggetti sessuali e a far conto sulle nostre vere capacità per fare carriera.
Ripensaci Caterina, rifai questi manifesti, ricordati quella canzoncina che fa “Siamo donne, oltre le gambe (o le tette) c’è di più”. In bocca al lupo.
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