Emergenza Covid, la Relazione del CNEL
Si potrebbe affermare che per le P.A. il Covid 19 sia stato una sorta di “stress test” come sostiene il CNEL, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, con le varie misure restrittive adottate dal Governo, dal Parlamento e dalle Regioni per contenere il contagio.
Il CNEL, all’indomani della presentazione della sua Relazione annuale 2019, potremmo quasi dire, perché dopo la presentazione è subentrata subito l’emergenza epidemiologica, con le conseguenze che sappiamo per l’economia, il tessuto produttivo, le vite di ciascuno di noi, e, quindi, all’indomani dell’analisi dei dati contenuti nella Relazione da cui si ricava la qualità e i livelli dei Servizi garantiti dalla pubblica amministrazione ai cittadini, ha pianificato una serie di osservazioni e proposte, insieme alla programmazione di una serie di suggerimenti operativi di “azioni” per accelerare i tempi della ricostruzione post-Covid.
L’emergenza epidemiologica da Covid 19, osserva il CNEL, pur avendo i caratteri distintivi di una “Crisi simmetrica” ha, però, colpito l’Italia prima e più duramente degli altri Paesi UE. Il Covid ha quindi avuto l’effetto di provocare un’emergenza economica di proporzioni mai viste prima, amplificata anche dal blocco subito da tutte le attività produttive, commerciali e dei servizi, dal lockdown dei cittadini nelle proprie abitazioni per un lasso di tempo enorme – più di due mesi- e mai sperimentato in precedenza.
Treu, presidente CNEL, nel corso dell’audizione davanti alle Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera, si sofferma su quello che evidenzia come il problema principale per impostare la ripresa: “… quello di continuare a garantire la sostenibilità del debito pubblico giunto al massimo storico… (in aggiunta a tutto ciò l’Italia sarà probabilmente uno dei Paesi più colpiti dalla Pandemia) com’è facilmente prevedibile esaminando la sua evoluzione e l’impatto sull’economia e il tessuto produttivo e sociale del Paese”.
Il CNEL, con il contributo delle parti sociali, ha redatto un “documento di proposte che delinea gli interventi indispensabili per coniugare il superamento dell’emergenza sanitaria con una serie di misure che preservino la coesione sociale e scongiurino la contrazione permanente della capacità produttiva, il crollo dell’occupazione e, in definitiva, una crisi socio-economica senza precedenti”.
Nel documento si fa presente alla non più differibile realizzazione di un piano d’investimenti nella Sanità, in modo da rafforzare il sistema sanitario nazionale per far sì che garantisca i livelli essenziali di assistenza senza ogni volta entrare in “stato di emergenza” e sia in grado di far fronte con efficacia e tempestività a nuove situazioni di emergenza che dovessero presentarsi, senza ricorrere ogni volta a “decretazioni d’urgenza”.
Così come, si legge nella Nota CNEL, “non si deve sottovalutare la centralità della sicurezza sul lavoro, come mezzo mediante cui riattivare le imprese colpite dalla sospensione delle imposte”. Nel corso del 2020 saranno ingenti, prevede, le risorse economiche da impiegare per consentire alle imprese di investire in sicurezza sul lavoro, con “acquisizione di strumenti e di tecnologia avanzata, godendo di crediti di imposta e agevolazioni varie”, anche superiori a quelle devolute a Impresa 4.0.
La pandemia, vista come “stress test” come stavamo dicendo, potrebbe diventare e dovrebbe diventare, nella riflessione del CNEL, un’occasione per “ripensare le aree su cui il nostro sistema Paese deve da subito intervenire: ricerca scientifica e tecnologia, fonti energetiche rinnovabili, turismo, logistica, digitale e connettività”. E quando sarà stata risolta la prima situazione di urgenza immediata, occorrerà impostare una Strategia di Rilancio, fa presente, dello sviluppo economico servendosi, anche, di soluzioni di innovazione tecnologica congiunte al Green Deal europeo, Strategia che la UE ha individuato come fondamentale per il rilancio, appunto, dell’Unione.
Quelle che occorrono sono “regole certe”, semplici da interpretare e comunicate con chiarezza. L’abbondanza e la moltiplicazioni delle informazioni, la loro sovrapposizione è solo causa di disorientamento e confusione, in un momento in cui come non mai gli operatori economici, il mondo produttivo, i cittadini, i lavoratori hanno bisogno di chiarezza e semplificazione.
Semplificazione dei processi decisionali, la trasparenza, la certezza delle regole sono un qualcosa di non più eludibile per il CNEL e come il recente Decreto Semplificazione – Decreto Legge 16 luglio 2020, n 76 – approvato dal Governo ha confermato, affinché il processo di attuazione delle Politiche necessarie al rilancio del nostro Paese e alla sua ricostruzione possa essere condotto con successo realizzando quel “ridisegno dell’architettura dell’Italia” auspicata dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.
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