All’onorevole piacciono le donne (Film, 1972)
Il titolo per esteso recita: Nonostante le apparenze … e purché la nazione non lo sappia … All’onorevole piacciono le donne. Fulci e Continenza (con la collaborazione di Jemma) si divertono a costruire una storia basata su un protagonista che somiglia molto a un noto uomo politico. Laura Antonelli torna accanto a Lando Buzzanca, dopo Il merlo maschio, per interpretare una satira graffiante dell’Italia democristiana, ricca di parti oniriche e sequenze erotiche.
Il film di Lucio Fulci viene sequestrato e tagliato dalla censura, non tanto per l’erotismo esplicito quanto per la somiglianza tra il personaggio di Buzzanca e il ministro Colombo. Dopo tanto penare ottiene il via libera ma non è più lo stesso e presenta un assurdo divieto ai minori di 18 anni. Tra le bellezze più memorabili in un film che anche di recente su Cine 34 abbiamo visto tagliato: Agostina Belli (la prima suorina ghermita dalla micidiale presa di De Puppis), Eva Czemerys (la donna inquietante e nuda che tormenta i sogni del politico) e Anita Strindberg (moglie concupita dell’ambasciatore francese). La storia narra la disfida elettorale tra De Puppis e Torsello (convinto che gli amici di partito lo vogliano fregare) per il ruolo presidenziale. Fulci e Continenza denunciano oscuri giochi di potere, connivenze tra esercito, servizi segreti, chiesa cattolica, mafia e Democrazia Cristiana. Il soggetto non viene realizzato secondo lo schema originale della commedia amara, di denuncia, realistica, ma il regista lo modifica in sede di sceneggiatura con alcuni riferimenti erotici e molte scene onirico-fantastiche.
Edmondo Amati – il produttore – vuole un cast che porti il pubblico al cinema e pretende sia Buzzanca che la Antonelli come interpreti principali. Il personaggio di suor Delicata viene scritto in extremis da Fulci e Jemma, con l’aiuto di Continenza (alcuni dicono anche del giornalista Luciano Cirri), perché il soggetto originale non lo prevede. Lionel Stander (doppiato da Corrado Gaipa) è perfetto come cardinale in odor di mafia, anche se Fulci vorrebbe Gassman, che rifiuta perché non apprezza la sceneggiatura. Bravissimo Renzo Palmer come frate marxista un po’ cialtrone e amico dell’onorevole; bene la Strindberg, moglie di un ambasciatore, sedotta da un infoiatissimo Buzzanca tra i cespugli del Quirinale. Eva Czemerys si nota in alcune sequenze oniriche, mentre Agostina Belli (ancora poco conosciuta) è una giovane suora. Buzzanca interpreta un ruolo diverso dal solito, da uomo con gravi problemi psicologici, tormentato, che non vive un buon rapporto con sé stesso e con l’erotismo. Un film girato in sei settimane tra Roma e Bagnaia, in alcune chiese sconsacrate dell’Umbria e al Sacro Speco di Subiaco.
Le vicende in censura del film. Proiettato al Viminale perché la dirigenza democristiana lo veda in anteprima. Respinto dalla censura il 28 gennaio 1972, sequestrato per oscenità il 3 febbraio. Amati scrive al Messaggero e monta una campagna stampa per far uscire la pellicola. Tutti si rendono conto che al potere non interessa l’esposizione libertina di nudi femminili, quanto la graffiante satira politica, sin troppo ispirata alla realtà. Lucio Fulci scrive nel libro Miei mostri adorati di passare un brutto periodo con il telefono sotto controllo e uomini dei servizi segreti che piantonano la sua abitazione. In sede di riesame, Amati accetta ampi tagli pur di far circolare la pellicola, circa 800 metri, non sequenze erotiche ma elementi dal chiaro contenuto politico. Il film esce così tagliato il 16 marzo 1972, vietato ai minori di anni 18. Uno dei punti più bassi nella storia del sindacato degli autori cinematografici che non muovono un dito in difesa di un film importante, perché “non è il caso di battersi per un prodotto di così infimo livello”. Buon successo di pubblico (oltre un miliardo di lire d’incasso), che lo fa esportare in tutto il mondo, contraddicendo le previsioni di Amintore Fanfani: “Chi vuoi che lo veda all’estero un film di Fulci?”, aveva detto a un preoccupato Emilio Colombo, timoroso di giocarsi la reputazione internazionale. Narra la leggenda che Fanfani e Andreotti si divertano parecchio durante la proiezione privata.
Lucio Fulci (Roma 1927-1996) è un regista e sceneggiatore talmente importante e prolifico che il suo lavoro non si può racchiudere in poche righe. Sono stati scritti alcuni libri interessanti sul suo cinema (Il terrorista dei generi, forse è il migliore). Fulci ha scritto film per Totò e Sordi, ha inventato Franco & Ciccio, ha diretto Antonelli, Fenech, Buzzanca, ha girato western, gialli, commedie e alcuni tra gli horror-thriller più angoscianti della storia del cinema italiano (L’aldilà, Quella villa accanto al cimitero, Black Cat, Lo squartatore di New York, Zombi 2).
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Regia: Lucio Fulci. Soggetto: Lucio Fulci, Alessandro Continenza. Sceneggiatura: Lucio Fulci, Alessandro Continenza, Ottavio Jemma. Fotografia: Sergio D’Offizi. Montaggio: Vincenzo Tomassi. Scenografia: Nedo Azzini. Organizzatore Generale: Maurizio Amati. Costumi: Luciana Marinucci. Aiuto Regista: Giorgio Gentili. Effetti Speciali: Eugenio Ascani. Costumi: Luciana Marinucci. Trucco: Giannetto De Rossi. Operatore alla Macchina. Giovanni Bergamini. Musica: Fred Bongusto. Canzone: Dormi serena di Bruno Martino. Arrangiamenti: José Mascolo. Edizioni Musicali: Prima (Roma). Produttore: Edmondo Amati. Produzione: New Film Production (Italia), Productions Jacques Roitfeld (Francia). Distribuzione: Fida Distribuzione. Durata: 101’ (censurata); 108’ (integrale). Interpreti: Lando Buzzanca, Laura Antonelli, Renzo Palmer, Lionel Stander, Corrado Gaipa, Agostina Belli, José Quaglio, Arturo Dominici, Eva Czemerys, Anita Strindberg, Francis Blanche, Armando Bandini, Christian Alegny, Aldo Puglisi, Claudio Nicastro, Guglielmo Spoletini, Fedor Chaliapin, Luigi Zerbinati, Quinto Parmeggiani, Pupo De Luca, Giovanni Fago, Helen Parker, Filippo De Gara, Giuseppe Fortis, Claudio Dani, Umberto Bellucci, Umberto Di Grazia, Irio Fantini.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]