Desideria, la vita interiore (Film, 1980)
Desideria, la vita interiore è l’unico film a soggetto di Gianni Barcelloni (1942), documentarista anconetano, produttore di alcuni film di Pasolini (Appunti per un film sull’India, 1967-68; Porcile, 1969), Gianni Amico (Tropici, 1967) e Glauber Rocha (Il leone a sette teste, 1969). Ricordiamo il film per la tv Abramo in Africa (1976), Tatu Bola (con Rocha), Maria Teresa-L’angelo di Calcutta. Scrive il soggetto di Maschio, femmina, fiore, frutto – La ragazza superstar (1979), diretto da Ruggero Miti e interpretato da Anna Oxa.
Desideria è un discreto adattamento cinematografico de La vita interiore di Alberto Moravia, romanzo scandalo, più volte sequestrato, che ricorre alle metafore erotiche per denunciare lo squallore del mondo borghese. Moravia approfondisce in tempi moderni il tema della sua vita, già tracciato ne Gli indifferenti, estremizzando la componente erotica e scagliandosi contro i soliti obiettivi (borghesia, chiesa, stato, convenzioni sociali), aggiungendo la variante della lotta armata e del terrorismo. Gianni Barcelloni, di scuola pasoliniana (in una sequenza omaggia il maestro inquadrando un poster di un vecchio film), segue Moravia nel progetto e cerca di sceneggiare le sequenze simboliche di un romanzo complesso, strutturato come una lunga intervista tra il narratore e la protagonista. Tra i temi più interessanti il rapporto genitori-figli, con Desideria adolescente ribelle che odia una madre ingombrante, poco presente, troppo dedita a sé stessa per riservarle uno spazio nella sua vita. Quando la madre deciderà di recuperare il suo ruolo sarà troppo tardi, anche se la sola cosa che vorrebbe è l’amore della figlia.
Lara Wendel (Daniela Rachele Barnes) è un’attrice tedesca di soli 15 anni, interpreta Desideria cresciuta e dimagrita, il regista cerca di evitare problemi con la censura per le parti erotiche e i frequenti momenti di nudo: Lory Del Santo presta il corpo per le (non poche) situazioni scabrose. Interpreta anche la cameriera Mais che serve in casa di Viola (Stefania Sandrelli) e del suo amante Tiberio (Klaus Lowitsch), ma la vediamo poco, esce di scena dopo le prime sequenze. In ogni caso da comprimaria diventa protagonista occulta, perché di (finti) nudi della Wendel ce ne sono parecchi. Vittorio Mezzogiorno è molto convincente nei panni di un terrorista che si innamora di Desideria e la coinvolge nella lotta armata, inserendola in una cellula delle Brigate Rosse. Orso Maria Guerrini interpreta il Milanese, capo brigatista che tira i fili della vicenda, abusa della verginità di Desideria, quindi finisce male.
Lara Wendel sfoggia una bellezza solare e acerba, regala una convincente prova alle prese con un testo molto psicologico. Lara Wendel è stata a lungo confinata nel ruolo della Lolita, dopo i primi personaggi da adolescente perversa di Il profumo della signora in nero (1974), Maladolescenza (1977) ed Ernesto (1979), crescendo è diventata una presenza importante dell’horror italiano (Tenebre, La casa 3). Attrice prodigio, debutta a sette anni con Mio caro assassino di Tonino Valerii, la vediamo ne La mala ordina di Fernando di Leo e in piccoli ruoli da bambina in Roma e Amarcord di Fellini. Tra le sue interpretazioni più convincenti Intervista (1987) di Fellini. Desideria bambina cicciottella e bulimica, invece, è Rossana Marra, mentre Gabriella Cristiani è una prostituta. Stefania Sandrelli ha 34 anni, luminosa e spontanea nella parte della madre adottiva di Desideria, donna dissoluta che ama stravaganze erotiche, anticipa il ruolo trasgressivo che Tinto Brass alcuni anni dopo scriverà per lei nel conturbante La chiave (1983).
La critica distrugge il film in maniera quasi unanime, da Marco Giusti (versione trash di un libro di Moravia), a Mereghetti (come parabola della borghesia il romanzo di Moravia era già abbastanza ridicolo, ma Barcelloni col suo fotoromanzo osé fa di peggio). Non condividiamo. Il film ricostruisce molto bene (sullo sfondo) il momento difficile del nostro paese, funestato da attentati terroristici e bande armate rivoluzionarie, senza perdere il clima torbido e osceno di un romanzo scandaloso che non era facile portare sullo schermo. L’accusa al mondo borghese – vizi privati e pubbliche virtù – è decisa, così come la descrizione della ribellione adolescenziale e di un difficile rapporto familiare è composta da immagini fortemente simboliche. L’erotismo non è gratuito ma funzionale alla storia e al discorso antiborghese che compone la poetica di Barcelloni e Moravia. Da riscoprire, anche se in versione tagliata, nella recente programmazione del canale digitale Cielo.
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Regia: Gianni Barcelloni Corte. Soggetto: Alberto Moravia (La vita interiore, Bompiani). Sceneggiatura. Gianni Barcelloni Corte, Enzo Ungari. Fotografia: Claudio Cirillo. Montaggio: Daniele Alabiso. Scenografie: Lorenzo Senese. Musica: Pino Donaggio. Produttore: Galliano Juso. Case di Produzione: Cinemaster, Medusa, Lisa Film. Paesi di Produzione: Italia, Germania. Durata: 104’. Genere: Drammatico, Erotico. Interpreti: Lara Wendel, Stefania Sandrelli, Vittorio Mezzogiorno, Orso Maria Guerrini, Lory Del Santo, Klaus Lowitsch, Paolo Zambiasi, Francesca Giordani, Barbara Valmorin, Giovanna Mainardi, Rossana Marra, Giuliano Sestili, Marcella Petrelli, Gabriella Cristiani.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]