L’educazione sentimentale di Eugénie (Film, 2005)
Aurelio Grimaldi è autore di scuola pasoliniana (Nerolio, 1995), che ricordiamo per il soggetto Mery per sempre, portato al cinema da Marco Risi, e per la sceneggiatura Ragazzi fuori. La ribelle con Penelope Cruz è forse il suo maggior successo, tra i punti più bassi di una carriera luci e ombre, invece, Il macellaio e La donna lupo. Il suo ultimo lavoro è Il delitto Mattarella, che segue alcuni documentari di pregevole fattura, soprattutto Se sarà luce, sarà bellissimo, opera incompiuta sul delitto Moro (disponibile in dvd).
L’educazione sentimentale di Eugénie è un lavoro di chiara impostazione teatrale girato in economia in un palazzo di Genova, interpretato da attori semisconosciuti, con protagonista una Sara Sartini per niente imbarazzata nel girare con naturalezza diverse scene erotiche. Antonella Salvucci è una perfetta maestra di buone maniere sessuali, mentre Valerio Tombone si cala a dovere nei panni del gentiluomo cinico, perverso e pronto a ogni esperienza. In definitiva è l’alter ego di De Sade, perché nelle sue parole si racchiude il pensiero filosofico di un autore inviso al clero e alla borghesia conformista. Non è da meno Cristian Stelluti, che contribuisce a modificare in senso libertino l’educazione cristiana ricevuta da Eugénie. Fin troppo caricaturali i genitori della ragazza, con una madre (Guia Jelo) beghina e baciapile che nelle ultime sequenze viene punita per la troppa religiosità, e un anonimo padre ribelle (Boris Vecchio).
Il soggetto è preso da De Sade (La filosofia nel boudoir), pensato come una sorta di omaggio al maestro Pier Paolo Pasolini che aveva messo in scena Le 120 giornate di Sodoma, ma edulcorato e reso meno trasgressivo. Grimaldi approfondisce il pensiero libertino e anticlericale di De Sade ma tralascia di indagare lo spirito mortifero e cupo che pervade tutta la sua opera. La madre fa davvero una brutta fine nelle pagine del romanzo, mentre nella versione televisiva mandata in onda su Cielo tutto finisce come in una farsa scollacciata.
L’educazione sentimentale di Eugénie non è un film inutile, né un prodotto voyeuristico fine a sé stesso: i dialoghi sono prelevati dal libro di De Sade, le numerose parti erotiche sono ai limiti del porno ma non infastidiscono, perché inserite in un contesto filosofeggiante dove il principale bersaglio è l’educazione cattolica. Nichilismo e ateismo radicale sono i due principi desunti dall’opera di uno scrittore maledetto che proclama il libertinaggio come la sola possibile via di scampo per il genere umano. Da vedere integrale, se ci riuscite.
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Regia: Aurelio Grimaldi. Durata. 90’. Genere: Erotico. Soggetto: Donatien Alphonse François De Sade (La filosofia nel boudoir). Sceneggiatura. Aurelio Grimaldi, Michele Lo Foco. Fotografia: Marco Carosi. Montaggio: Giuseppe Pagano. Musiche: Maria Soldatini. Interpreti: Sara Sartini (Eugénie), Antonella Salvucci (madame De Saint Ange), Valerio Tambone (marchese di Dolmancé), Cristian Stelluti (cavalier De Mirvel), Salvatore Lizzio (Augustin), Guia Jelo (madre di Eugénie), Boris Vecchio (padre di Eugénie).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]