Cronache dai Palazzi

Al via il Recovery fund. Occorre decidere come spendere i 209 miliardi in arrivo dall’Ue strutturando dei progetti che entreranno nel “Piano nazionale di ripresa e resilienza” che a gennaio l’Italia presenterà alla Commissione europea. L’obiettivo di Palazzo Chigi è concentrare le risorse investendo su un numero minore di progetti riducendo in pratica i 577 progetti arrivati dai vari ministeri, evitando così di disperdere le risorse. Altro rischio da evitare è che ogni soggetto proponente proceda per conto proprio senza seguire un iter che Palazzo Chigi intende invece imporre a tutti coloro che interagiscono con i vari progetti.

Il documento stilato dal governo mette nero su bianco alcune regole fondamentali. I progetti devono ad esempio avere un “impatto positivo su crescita del Pil potenziale e sull’occupazione”. Inoltre i “costi e gli impatti economici, ambientali e sociali” devono essere “quantificabili, motivati e ragionevoli”, per di più “se integrano progetti esistenti, devono rafforzarli credibilmente”. Sono infine da escludere tutte quelle proposte che “non rispettano i criteri di sostenibilità”.

Fisco, lavoro, digitale, meno tasse per il ceto medio, potenziamento dei trasporti e del 5G (la tecnologia per i cellulari di quinta generazione): sono questi gli obiettivi principali. Per quanto riguarda il 5G, nello specifico, ci si propone di portarlo in almeno cento città italiane, un progetto che potrebbe far parte dell’area “Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo” del piano italiano sul Recovery fund. Le cento città sono da “definire con regioni e enti locali”.

Sono inoltre previste misure a sostegno delle famiglie come l’assegno unico per i figli, la cui legge relativa è stata già approvata da Montecitorio e ora attende il via libera da parte di Palazzo Madama. Si tratta di 400 euro per ogni figlio a carico fino al ventunesimo anno di di età. Una misura che sostituirebbe tutte i vari interventi previsti per supportare la genitorialità come gli assegni familiari. Ed infine il congedo di paternità lungo e una riforma dell’Irpef che supporti le esigenze dei ceti medi.

Bruxelles annuncia a sua volta l’Unione della sanità, l’Unione dell’Uguaglianza dei diritti e un relativo potenziamento dello Stato di diritto. “Aboliremo il regolamento di Dublino. Lo rimpiazzeremo con un nuovo sistema europeo di governance delle migrazioni. Avrà strutture comuni per l’asilo e per i rimpatri” garantendo “un forte meccanismo di solidarietà”, assicura la presidente von der Leyen che ha anticipato i concetti fondamentali del “Nuovo patto Ue per la migrazione e l’asilo” che sarà presentato il 23 settembre.

“L’Europa sarà quella che noi vogliamo che sia” ha auspicato la presidente elencando le priorità dell’Ue per i prossimi mesi. Obiettivi che produrranno esiti legislativi, con l’obiettivo di uscire dalla crisi economica e sociale provocata dalla pandemia causata dal Coronavirus. “È il momento dell’Europa di mostrare la via per allontanarsi da questa fragilità e verso una nuova vitalità”, ha affermato von der Leyen.

Tra gli obiettivi principali dell’Unione vi è anche il salario minimo attraverso la contrattazione collettiva o con salari minimi statutari, perché la protezione dei cittadini e del loro benessere passa anche dal lavoro. L’Europa deve inoltre assicurare una certa stabilità attraverso il buon funzionamento dell’Unione economica e monetaria. “Le nostre economie hanno ancora bisogno di politiche di sostegno e bisognerà trovare un delicato equilibrio tra aiuto finanziario e sostenibilità fiscale”, ha spiegato la presidente della Commissione. Nuove e più proficue opportunità di crescita possono nello specifico essere favorite da un Mercato unico efficiente equo e funzionante. La Commissione europea proporrà anche “una nuova strategia per il futuro di Schengen” e nella prima parte del 2021 rimodulerà “il quadro regolatorio sulla concorrenza che deve mantenersi al passo”. Tutto questo renderà più robusta la strategia industriale dell’Ue favorendo eventuali collaborazioni o fusioni tra grandi imprese.

In un futuro ormai prossimo l’economia dovrà essere per di più verde e quindi sostenibile, tantoché l’Ue si propone “l’obiettivo per il 2030 di riduzione delle emissioni ad almeno il 55%” rispetto alle emissioni del 1990. Nello specifico il 37% del Recovery fund verrà impiegato per gli obiettivi del Green deal e il 20% per il digitale. L’emissione di green bond garantirà in particolare circa 225 miliardi.

In questi giorni Bruxelles ha infine annunciato che, durante la presidenza dell’Italia del G20 nel 2021 (la prima volta in assoluto), il nostro Paese ospiterà il Global Health Summit, un evento che Palazzo Chigi definisce come “una grande conferenza internazionale sulla salute e i virus pandemici a livello di leader e di ministri degli Esteri o della Salute”. Un evento che sarà motivo di lustro e di onore per l’Italia.

“Felice di ospitare come Presidenza italiana del G20 nel 2021 il Global Health Summit con Ursula von der Leyen”, ha scritto in un tweet il premier Giuseppe Conte aggiungendo: “Uniti proteggiamo la nostra salute e costruiamo un futuro migliore per le prossime generazioni”.

Il Summit si svolgerà o a Roma o a Milano, a giugno o a settembre del prossimo anno. “È bello che l’Italia sia al centro della sfida per costruire una nuova sanità capace di tutelare la salute di tutti”, ha affermato a sua volta in una nota il ministro della Salute Roberto Speranza.

“People, Planet and Prosperity” sono le tre P sulle quali si fonderà il prossimo G20, i cui eventi al momento sono programmati per lo più nella seconda metà del 2021.

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