Fede Galizia, l’amazzone della pittura
Questa settimana, riflettori puntati su Fede Galizia, pittrice rinascimentale milanese, a cui è dedicata per la prima volta una mostra monografica a Trento (terra di origine della famiglia dell’artista), presso il Castello del Buonconsiglio. L’esposizione trentina si propone di raccontare Fede Galizia non solo come artista, ma soprattutto come donna capace di imporsi ed affermarsi nella società maschilista del Cinquecento.
Figlia d’arte (suo padre è il miniaturista Nunzio Galizia), già a 12 anni prende confidenza con tele, pennelli e colori. Insieme a Artemisia Gentileschi, a Sofonisba Anguissola e a poche altre, Fede Galizia è stata tra le protagoniste della pittura al femminile del Rinascimento. All’epoca la pittura era un ambito riservato agli uomini. Ciò nonostante, Galizia, è tra le prime ad ottenere, oltre al diritto di dedicarsi alla pittura, anche un successo straordinario tra i committenti dell’epoca. Grazie alla mediazione di Giuseppe Arcimboldi, entra addirittura alla corte imperiale di Rodolfo II d’Asburgo.
Galizia diviene celebre per le sue Nature morte, opere di rara bellezza e precisione. Una capacità tutt’oggi riconosciuta se si pensa che di recente, una sua Natura morta è stata battuta ad un’asta newyorchese a quasi due milioni di euro.
Questa esposizione dimostra che Galizia non si è prodigata solo in Nature morte bensì anche in ritratti, pale d’altare e tele dedicate a temi classici. L’artista trentina è stata la prima donna a dipingere il tema di Giuditta ed Oloferne del quale la pittrice ci ha regalato diverse versioni che evidenziano la sua grande capacità di miniaturista.
L’artista cade sotto la scure della grande peste del 1630.
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