Una nuova scuola
Brutte notizie: nel mondo, gli analfabeti sono 750 milioni e due terzi dei quali sono donne. Non è una bella cosa anzi è pessima. L’Agenda 2030, ovvero gli obiettivi di sviluppo sostenibile, dichiara al punto 4 “educazione paritaria e di qualità”; l’Agenda, approvata il 25 settembre 2015 dalle Nazioni Unite è il piano di azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Il diritto all’educazione è un argomento prioritario; è con l’educazione che si possono vincere molte guerre, che si può combattere la povertà e la miseria.
Papa Francesco, in occasione dell’incontro promosso e organizzato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica Global compact on education. Together to look beyond ha ribadito che il diritto all’educazione è un diritto universale. I dati sono sconfortanti; la pandemia ha messo in evidenza le criticità del nostro sistema educativo e soprattutto ne ha evidenziato le tante carenze.
Non tutte le strutture fisiche sono funzionali e gli spazi adeguati, si è dovuto ricorrere a procedure sanitarie molto specifiche, ma quello che però davvero serve è una classe insegnante di livello e ben supportata che possa lavorare in sicurezza e armonia, consapevole dell’importanza del suo ruolo, di quanto la sua sapiente guida influenzerà i bravi cittadini del futuro. Ne abbiamo tanti di insegnanti così, per fortuna. Ho sempre pensato che una società degna di essere chiamata civile dovrebbe investire nella scuola molte risorse, anche per arginare un fenomeno in grande crescita e cioè i giovani che lasciano la scuola precocemente. Nel 2019 sono stati quasi 600mila, numero spaventoso. Questi giovani delusi e demotivati non cercano lavoro, almeno una grande fetta, e purtroppo vivono a carico di famiglie già in sofferenza e rischiano l’esclusione sociale; ormai anche per i lavori con più bassa competenza sono richiesti titoli di studio e non averli esclude il giovane dal mondo del lavoro e lo emargina. Su questo tema hanno discusso tanti esperti e quasi tutti sono d’accordo nel sostenere che la povertà educativa va di pari passo con la povertà economica.
Progetti in tale senso sono in atto ma ancora non se ne esce; forse perché sono tanti i problemi emergenti e correlati. Comunque, metterei questo in cima alla lista; i giovani sono il nostro futuro, un giovane istruito e competente può migliorare le cose in ogni settore voglia esercitare la sua competenza. Ma bisogna motivarli e aiutarli; e questo è il compito di una società avanzata ed attenta. Non bisogna togliere attenzione da questo grave fenomeno; al momento mi sembra preso troppo alla leggera e forse, a breve, sarà tardi per invertire la rotta. Bisogna tirare fuori la volontà di migliorare e migliorarci, cominciando proprio da loro, le nuove generazioni, il futuro di tutti.
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