Italia delle Regioni

Il Comitato di settore Regioni-Sanità ha approvato un Atto di indirizzo per i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta per il rafforzamento delle attività territoriali di diagnostica di primo livello e di prevenzione della trasmissione del Covid 19”, ad annunciarlo è lo stesso Presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità, Davide Caparini (assessore al Bilancio della Regione Lombardia).

“La grave situazione emergenziale che il Paese sta affrontando impongono – spiega Caparini – una risposta tempestiva ed adeguata dell’assistenza territoriale nelle sue diverse articolazioni, per cui i medici di medicina generale e i pediatri svolgono un ruolo fondamentale. Rispondendo anche ad una sollecitazione del Ministro della Salute rafforziamo le attività di indagine epidemiologica, tracciamento dei contatti (contact tracing) e accertamento diagnostico. L’obiettivo è potenziare una delle attività fondamentali di contrasto al virus – sottolinea Caparini – identificando rapidamente i focolai, isolare i casi ed applicare misure di quarantena. Inoltre, l’impegno è per consentire un’efficace presa in carico degli assistiti riducendo la pressione sui presidi ospedalieri e sulle strutture sanitarie e, di conseguenza, limitare le occasioni di esposizione al rischio di contagio. L’atto di indirizzo – conclude Caparini – facilita l’acquisizione di apparecchiature sanitarie per la diagnostica di primo livello e l’effettuazione di tamponi antigenici rapidi da parte dei medici di medicina generale e dei pediatri, in attuazione delle disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2020”.

Le misure adottate in queste ore dal Governo sul versante sanità rispondono a richieste e sollecitazioni che le Regioni avevano rivolto all’esecutivo nei giorni scorsi, in particolar modo per quanto riguarda l’allargamento dei test utilizzabili per un’efficace e più ampia azione di prevenzione anche attraverso prodotti cha siano già certificati dalle autorità sanitarie di Paesi G7 e per quel che concerne il restringimento dei previsti periodi di quarantena e la previsione del tampone unico negativo per certificare la fine del periodo di contagiosità”, lo ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.

“Rispetto al DPCM – ha poi spiegato Bonaccini – la Conferenza delle Regioni ha espresso un parere condizionato ad alcune osservazioni già inviate al Presidente del consiglio Giuseppe Conte e ai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia. Si tratta – ha concluso Bonaccini – di proposte che sottolineano la necessità di: – prevedere adeguate forma di ristoro per i settori e le attività economiche che saranno interessati dalle limitazioni introdotte dal decreto; – chiarire e circostanziare al meglio gli ambiti del concetto di “festa” su cui si soffermano alcune disposizioni del provvedimento; verificare le misure previste in relazione agli aspetti concernenti il trasporto pubblico locale, approfondendo lo scenario di contesto”.

Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari ha rafforzato la posizione dei Comuni in materia di individuazione di strade e piazze da interdire per evitare assembramenti, ribadendo che spetta a prefetti  e questori assicurare il controllo del rispetto delle misure interdittive adottate. “I sindaci non si sottraggono alle responsabilità. Mai. Figuriamoci in tempo di emergenza. Prenderci cura delle nostre comunità è nel nostro dna. Se oggi il nostro compito è individuare strade e piazze da chiudere per evitare gli assembramenti e quindi i contagi, lo faremo. Anzi, lo stiamo già facendo. Personalmente, per la mia città, ho già partecipato alla riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal Prefetto alla presenza del direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl, per individuare una procedura snella e tempestiva che ci consenta, come ufficiali di governo, di raggiungere i risultati indicati nel Dpcm”.

“Come ho spiegato  al presidente del Consiglio – ha aggiunto  il presidente dell’Anci Decaro – noi sindaci individueremo le aree all’interno del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, lo Stato dovrà assicurare il controllo attraverso le forze dell’ordine coordinate dal prefetto e dal questore. Perché, come è noto, non sono i sindaci a disporre delle forze dell’ordine. Facciamo il nostro dovere e ci aspettiamo la stessa collaborazione dallo Stato”.

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