Cosa prevede il “Decreto ristori”
Il decreto legge n. 137 del 28 ottobre 2020, c.d. “Decreto ristori”, mira a compensare le conseguenze economiche determinate dalle misure restrittive adottate per la tutela della salute in connessione all’emergenza epidemiologica: ulteriori misure per la tutela della salute e per sostenere i settori produttivi colpiti dall’emergenza Covid-19.
Vengono, dunque, previsti degli indennizzi, calibrati per le attività commerciali più colpite: in primis, per discoteche e sale da ballo, che sono state chiuse da metà agosto, poi a ristoranti e palestre ed, infine, ai bar. E’ bene evidenziare che per ottenere l’indennizzo il requisito fondamentale è la perdita di fatturato con riguardo al periodo aprile 2019 ed aprile 2020, ad eccezione delle attività commerciali aperte dopo il primo gennaio di quest’anno, alle quali spetterà l’indennizzo indipendentemente da tale requisito.
In base al c.d. “Decreto ristori” sono previste tre fasce di indennizzo, rispettivamente del 400%, del 200% e del 150%. Infatti, sono state individuate 53 categorie attraverso i codici Ateco che otterranno i nuovi contributi a fondo perduto previsti dal decreto ristori. Si confermano indennizzi del 400% per le discoteche, indennizzi per 38 categorie che avranno un contributo del 200%, (ristoranti, piscine, palestre, attività sportive e culturali). Per bar e pasticcerie, ma anche per alberghi, villaggi turistici, ostelli, rifugi, i ristori saranno al 150%., e si aggiungono anche Taxi e Ncc che avranno un indennizzo al 100% di quanto già ricevuto con la prima edizione dei ristori del Decreto Rilancio. Sono rimasti esclusi dall’indennizzo coloro che hanno aperto partita IVA dopo il 25 ottobre 2020.
Orbene, per chi aveva già richiesto i contributi a fondo perduto, il nuovo indennizzo verrà erogato automaticamente: sarà l’Agenzia delle entrate a versare le somme direttamente sul conto corrente. Sembrerebbe che tali categorie potranno avere accesso al credito già dalla metà del mese di novembre.
Coloro i quali, diversamente, non avevano richiesto il contributo citato, previsto dal c.d. “Decreto Rilancio”, pur avendone diritto, dovranno presentare la domanda. E’ stato, altresì, riconosciuto l’indennizzo anche a coloro che secondo il “Decreto rilancio” non ne avevano diritto, ovvero chi ha fatturato oltre 5 milioni di Euro nel 2019.
Così il Ministro Gualtieri, durante la presentazione del provvedimento: “L’importo medio per i ristoranti fino a 400.000 euro di fatturato è di 5.173 euro. Per quelli fino a un milione di fatturato, 13.920 euro; quelli fino a cinque milioni di fatturato 25.000 euro”. Parlando poi di teatri, il Ministro afferma che “l’importo per la fascia più bassa sarà circa 5.000 euro, per quella media di circa 13.900 euro”.
Una domanda sorge spontanea: basteranno tali misure? Il problema è che si paventa un nuovo lockdown, se l’ultimo Dpcm non conterrà la curva dei contagi.
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