Pensioni, novità 2014
Uno dei temi “caldi” su cui l’opinione pubblica italiana è particolarmente sensibile è senza dubbio quello delle pensioni, specie in seguito all’approvazione della riforma Fornero che ancora oggi, a distanza di qualche mese, continua a far discutere. L’intenzione dell’allora Governo tecnico di equiparare i requisiti minimi per l’uscita dal mondo del lavoro agli standard europei ha sin da subito incontrato il fermo no dei lavoratori e dei sindacati. Per cercare di capirci qualcosa di più, scopriamo passo per passo quali sono le principali novità entrate in vigore a partire da quest’anno per tutti i lavoratori (uomini e donne) prossimi alla pensione.
Si allunga l’età minima richiesta per uscire dal mondo del lavoro. Per quanto riguarda il settore privato, le donne lavoratrici potranno andare in pensione solo dopo aver raggiunto i 63 anni e 9 mesi. Tale soglia è stata aumentata di 18 mesi rispetto a quanto sinora avvenuto ed è destinata a salire ulteriormente sino a raggiungere i 65 anni e 3 mesi nel 2016 proprio per effetto della tanto discussa riforma Fornero. L’obiettivo del Legislatore italiano è, nello specifico, quello di portare in modo graduale ad una parificazione dell’età di vecchiaia all’inizio del 2018, non solo fra uomini e donne ma anche rispetto ad altri Paesi dell’Unione europea.
Per quanto riguarda la pensione anticipata (o prepensionamento), sono richiesti almeno 42 anni e 6 mesi di anzianità contributiva per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne. Tali requisiti sono da ritenersi validi per tutti coloro che sono in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.
Non ci sono, invece, novità per i lavoratori del settore pubblico, che per i prossimi due anni andranno in pensione a 66 anni e 3 mesi. Quanto al prepensionamento, si richiedono 42 anni e 6 mesi di contributi versati per gli uomini e 41 anni e 6 mesi di contributi per le donne. Dal 2016, tuttavia, i requisiti dovranno essere adeguati in considerazione dell’aumento dell’aspettativa di vita.
La riforma Fornero va a toccare anche la categoria degli autonomi, ossia dei professionisti titolari di partita IVA che operano in proprio. In particolare, sale a 64 anni e 9 mesi la soglia minima richiesta alle donne (un anno in più rispetto al 2013), mentre per gli uomini rimane fissa – almeno fino all’anno prossimo – a 66 anni e 3 mesi, anche se è già stato annunciato per il 2016-2017 un nuovo innalzamento dei criteri per l’ottenimento della pensione di vecchiaia. Un’altra novità per questa categoria di lavoratori riguarda l’aumento delle aliquote previdenziali, passate dal 20 al 22%.
Una misura significativa introdotta questa volta dalla Legge di Stabilità riguarda la rivalutazione degli assegni pensionistici: in particolare, saranno rivisti al 100% per quelli fino a tre volte superiori al minimo e al 95% se fino a quattro volte il minimo. L’ammontare della manovra sarà, inoltre, del 50% per gli importi superiori a 5 volte il minimo e pari o inferiori a 6 volte il minimo e del 40% nel 2014 per i trattamenti 6 volte sopra il minimo e al 45%. A partire da quest’anno entra in vigore anche il contributo di solidarietà per le pensioni d’oro, calcolato nella seguente misura: 6% per la parte eccedente i 90.168,26 euro annui; il 12% oltre i 128.811,80 euro; il 18% per la parte eccedente i 193.217,70 euro annui.
Ultimo capitolo, gli esodati. Per loro la Legge di Stabilità ha stanziato circa 950 milioni di euro, che saranno erogati fra il 2014 e il 2020. Non tutti di loro potranno, però, usufruire di questi aiuti economici in quanto la metà dei soggetti interessati si trova al di fuori di ogni previsione.
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