Carenza farmaci nella UE, le cause
La carenza di farmaci e attrezzature mediche evidenziata dalla crisi sanitaria di COVID-19 è un problema in crescita per i sistemi sanitari nazionali e mette a rischio la salute dei pazienti. Ad aprile 2020 l’Alleanza degli ospedali universitari europei ha avvertito che la crescente richiesta da parte delle unità di terapia intensiva di anestetici, antibiotici, rilassanti muscolari e farmaci “off-label” (cioè utilizzati per indicazioni diverse da quelle per le quali sono autorizzati) per curare COVID-19 potrebbe portare a un esaurimento delle scorte. Con il calo della produzione, problemi logistici, divieti di esportazione e stoccaggio dovuti all’attuale crisi sanitaria, è aumentato il rischio di carenze. Il 28 maggio 2020, la Commissione ha proposto un nuovo programma autonomo UE per la salute (EU4Health) per il periodo 2021-2027, nel quadro del Piano dell’UE per la ripresa. In precedenza, il programma sulla salute rientrava nel bilancio a lungo termine dell’UE per il periodo 2021-2027 nel quadro del Fondo sociale europeo Plus (FSE+).
Si è visto come sia necessario un programma UE per la salute ambizioso, per colmare le lacune emerse col COVID-19 e garantire che i sistemi sanitari nazionali possano gestire le future minacce alla salute. Il 17 settembre il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione chiedendo che l’Unione europea diventi più autosufficiente in tema di sanità, assicurando la disponibilità di adeguate scorte, ripristinando la produzione locale di farmaci e garantendo un miglior coordinamento europeo delle strategie sanitarie nazionali. Venerdì 13 novembre, il Parlamento ha approvato (con 615 voti favorevoli, 34 contrari e 39 astensioni) la sua posizione negoziale sulla proposta della Commissione di potenziare le azioni dell’Unione nel settore sanitario grazie al cosiddetto “Programma UE per la salute” (EU4Health). Il COVID-19 ha messo in luce l’urgente necessità di un programma dell’UE per preparare i sistemi sanitari europei alle future emergenze e per far sì che l’Unione resti la regione più sana del mondo. Secondo il Parlamento, ciò non sarebbe stato possibile se il bilancio del programma fosse stato ridotto a 1,7 miliardi di euro, come proposto dai Paesi UE. Nel recente compromesso sul bilancio a lungo termine dell’UE, i deputati sono riusciti a convincerli a triplicare il budget (5,1 miliardi di euro). Il Parlamento è pronto ad avviare i negoziati con i governi UE al fine di attuare il programma già da inizio 2021. Per assicurare un’attuazione efficace del programma, i deputati propongono di istituire un gruppo direttivo indipendente composto da attori della sanità pubblica.
Quali sono le cause della carenza dei medicinali? Tra il 2000 e il 2018 la carenza di farmaci nell’UE è cresciuta fino a venti volte. Secondo una nota della Commissione europea, la disponibilità di prodotti essenziali ampiamente usati continua a diminuire. Oltre il 50% dei farmaci in esaurimento sono medicinali per il trattamento di cancro, infezioni e disturbi del sistema nervoso (epilessia, Parkinson). Le cause sono complesse e includono problemi di produzione, quote industriali e commercio parallelo legale (cioè l’importazione di farmaci da altri stati membri dove il prezzo è minore). Tra gli altri motivi ci sono epidemie e disastri naturali, che causano aumenti inattesi della domanda, e il costo dei farmaci, che viene stabilito a livello nazionale. L’UE è sempre più dipendente da paesi terzi, in particolare India e Cina, per la produzione di principi attivi farmaceutici, materie prime chimiche e medicinali. L’80% dei principi farmaceutici attivi provengono da India e Cina; il 40% dei farmaci che sono venduti in Europa provengono da Cina e India; Il 60% del paracetamolo, il 90% della penicillina e il 50% dell’ibuprofene nel mondo sono prodotti da India e Cina.
I deputati chiedono di introdurre incentivi finanziari per incoraggiare i produttori di ingredienti farmaceutici attivi a stabilire la produzione in Europa. Viene chiesta anche la creazione di una “farmacia europea d’emergenza”, cioè una riserva d’emergenza dell’UE per ridurre il rischio di carenze. Tra le altre richieste ci sono lo scambio di buone pratiche sulla gestione delle scorte, un aumento dell’acquisto comune di medicinali e la semplificazione del trasferimento dei farmaci fra stati membri. Il programma dovrebbe pertanto sostenere lo sviluppo di un sistema europeo di monitoraggio, rendicontazione e notifica per le carenze di farmaci, dispositivi medici, vaccini, strumenti di diagnostica e altri prodotti sanitari. Così facendo si eviterebbe una frammentazione del mercato unico e si garantirebbe la disponibilità di tali prodotti a un prezzo accessibile, limitando al contempo la dipendenza dai paesi terzi. Il PE chiede di attuare una strategia tesa a proporre misure per migliorare l’accesso a medicinali sicuri e a prezzi accessibili, sostenere l’innovazione nell’industria farmaceutica dell’UE, colmare le lacune del mercato (per esempio in merito ai nuovi antimicrobici) e ridurre la dipendenza diretta da paesi terzi per le materie prime. Inoltre, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero vagliare gli investimenti esteri diretti negli impianti destinati alla produzione farmaceutica, che costituiscono parte dell’infrastruttura sanitaria essenziale dell’Europa, oltre a incoraggiare l’introduzione di incentivi finanziari, per convincere le aziende a produrre principi attivi farmaceutici e medicinali in Europa.
Per facilitare la circolazione dei medicinali tra i paesi UE, i deputati chiedono regole più flessibili sui formati delle confezioni, sulle procedure di riutilizzo, sui periodi di scadenza e sull’uso di medicinali veterinari. Dopo la votazione, la relatrice Nathalie Colin-Oesterlé (PPE, FR) ha dichiarato: “La salute pubblica è diventata un’arma geostrategica che può mettere in ginocchio un continente. La nostra dipendenza dai paesi extracomunitari è stata messa a nudo dall’attuale pandemia. Alcuni tipi di produzione devono essere delocalizzati, la legislazione deve essere armonizzata e la cooperazione tra gli Stati membri deve essere rafforzata, al fine di raggiungere una maggiore solidarietà e di riconquistare la nostra indipendenza“.
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