Coronavirus UE, 200 robot per gli ospedali
Numerose sono le politiche dell’Unione Europea in tema di salute e sanità pubblica ed altrettanto numerose sono le iniziative di comunicazione: Campagne, realizzazione di eventi e altre iniziative informativo/formative per trasferire nei cittadini dell’Unione e far radicare consapevolmente e inconsapevolmente nell’opinione pubblica stili di vita e comportamenti corretti e sani per la prevenzione di danni alla salute che si riflettono, inevitabilmente, nell’intero tessuto socio-economico delle Società e dei singoli settori produttivi.
Rientrano tra i compiti che l’Unione si è assunta la protezione delle condizioni di vita, della salute (migliorandole, quando possibile), modernizzare le infrastrutture sanitarie, migliorando l’efficienza dei sistemi sanitari europei. D’altra parte la salute è un diritto di ogni cittadino, un valore fondamentale per il singolo e la collettività che va tutelato e garantito, un elemento da cui è impensabile prescindere per la prosperità, il benessere dei cittadini, per la protezione sociale, la stabilità politico-economica-sociale di tutta l’Europa.
E l’esperienza del Covid che stiamo vivendo, che ha dimostrato i punti di forza e di debolezza dei differenti Paesi, in uno scenario geopolitico-finanziario internazionale e comunitario, ha ancora una volta in più messo in luce che, nei momenti di grave emergenza, occorre una gestione organizzativa centralizzata, seppur nell’ossequio delle regole democratiche, delle varie azioni di contenimento che occorre mettere in atto.
La promozione della salute rientra tra gli obiettivi strategici, del resto, nell’Agenda europea e tale si conferma a ogni passaggio di Presidenza negli anni. Rappresenta una precondizione per la prosperità economica e questo sia per l’impatto che ha in termini di produttività, che di spesa pubblica.
Coordinamento e scambio di buone pratiche tra i Paesi UE, proposte di atti legislativi, sovvenzioni ed erogazioni di fondi, azioni di Politica di coesione, il Programma della Salute, il Programma specifico di Ricerca sono gli strumenti più significativi in cui si declina e sostanzia l’azione UE nel quadro strategico in tema di salvaguardia e tutela, promozione e garanzia della salute per i cittadini comunitari e la prevenzione dei rischi sanitari.
Dato questo contesto di azione sociale in ambito sanitario e di salute pubblica della Commissione non ci sorprende più di tanto il fatto che abbia deciso di fornire ai Paesi UE strumentazioni sanitarie di I.A. (robot) per sanificare gli ospedali nel corso di questa pandemia da Sars-Cov 2. Il Budget destinato all’acquisto degli apparecchi ammonta a circa 12 milioni di euro.
Secondo uno Studio degli USA, da cui proviene la tecnologia che ha permesso la realizzazione di queste strumentazioni, l’utilizzo dei robot per la sanificazione ridurrebbe il carico patogeno del 99,9%. In Italia, già durante il primo lockdown, l’Ospedale Sacco di Milano aveva acquistato un prototipo di questi apparecchi.
Il tempo impiegato dai robot per la disinfezione delle stanze è di circa 15 minuti. Il sistema utilizzato è l’illuminazione con speciali apparati a luce blu ultravioletta che, in tempi rapidissimi, prevengono ed in pratica azzerano la presenza del Covid negli ambienti in cui è presente.
Il primo prototipo dei Robot è stato realizzato negli Stati Uniti e, secondo lo Studio del Texas Biomedical Research Institute, l’efficacia di eliminazione del Virus Sars-Cov 2 su “superfici complesse” è reale e scientificamente dimostrata: “si tratta di un dispositivo utilissimo e innovativo che ritengo abbia contribuito validamente a evitare casi di trasferimento del contagio da Covid tra il personale degli ospedali e la sanificazione degli ambienti”, ha dichiarato a proposito di questi Robot adottati dal Sacco, l’Infettivologo Massimo Galli, pur precisando che lo strumento sanitario di I.A. di sanificazione non sostituisce i consueti e vigenti protocolli di sanificazione/comportamento nelle differenti situazioni/lavori, ma li affianca e completa efficacemente.
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