Osservatorio Industria Farmaci generici
Lo scorso 19 novembre Nomisma con Egualia Industrie Farmaci Accessibili, hanno presentato l’Osservatorio sull’Industria dei Farmaci Generici in Italia 2020. La farmaceutica si è dimostrato un settore in grande salute totalizzando un +26% in 10 anni, 2,5 volte la manifattura. Nel campo dell’occupazione ha realizzato un +0,9% rispetto il -5% del totale manifatturiero; nell’ultimo anno è il settore che cresce di più come occupati, ben 7 volte la media manifatturiera. Le esportazioni sono salite del 26% nell’ultimo anno e del 168% nello scorso decennio; nel 2008 le esportazioni erano al 50%, ora sono arrivate al 90%. Queste hanno visto calare la destinazione che si è spostata dai mercati UE a quelli americani, gli USA passano nell’ultimo anno dal 15% al 19%, contemporaneamente la UE è calata dal 57% al 56%, ma prendendo in considerazione l’ultimo triennio il mercato europeo è calato di 7 punti mentre quello americano è salito di 9. Il saldo mondiale import-export è leggermente positivo per l’Italia, ma negativo rispetto quello europeo. L’Italia risulta prima in Europa per produttori di medicinali con un valore di 31,2mld, davanti a Germania a 30,6mld e Francia a 21,9mld.
Nel settore dei farmaci generici si nota come la produzione cresce, ma non così l’EBITDA e il valore aggiunto a causa dell’aumento dei costi di produzione; m a viene comunque sostenuta fortemente l’occupazione con una significativa crescita dei dipendenti, che assommano oggi a 35.000 occupati. Le imprese italiane in Europa risultano prime anche per il numero. La spesa vede aumentare la parte privata a scapito della pubblica; la spesa ospedaliera vede aumentare la quota in volume, ma calare quella in valore con un tasso di partecipazione alle gare pubbliche in calo a causa della scadenza dei brevetti. Dal 2009 al 2019 il numero di confezioni in volume è cresciuto del 3,2%, ma è calata in valore del 21,8%, dimostrando che l’aumento dei generici ha effetti benefici sulle tasche dei cittadini e sulla spesa sanitaria, risparmi che possono essere veicolati sulla ricerca. Dal 2016 è aumentata l’incidenza dei farmaci generici del 6,4% in volume, ma si conferma la stabilità dei prezzi con un +0,4% in valore; si nota anche come alla scadenza dei brevetti alle gare partecipino 1 o 2 imprese.
Con l’arrivo del Covid19 si è assistito all’esplosione della domanda di farmaci iniettivi, con un aumento degli ordinativi fra il +128% e il +782%, questo per le aziende si è dimostrata una sfida che doveva premiarne la flessibilità. Avere gli ordini e poterli soddisfare non è automatico, il 40% ha incrementato la produzione e ha soddisfatto completamente la nuova domanda; il 53% vi è riuscita parzialmente; il 7% non ha saputo reagire con la necessaria prontezza non riuscendo a produrre di più per soddisfare la domanda aggiuntiva. Uno dei fattori più importanti per attuare flessibilità è stata la richiesta di deroghe per velocizzare l’autorizzazione da parte delle autorità sanitarie. Un altro elemento è stato il ricorso al lavoro straordinario, ma vi sono stati anche ostacoli, quali la penuria o assenza di alcuni componenti e i problemi di logistica. La catena del valore ha subito problemi dal punto di vista dell’approvvigionamento dei principi attivi, degli intermedi di sintesi e in parte delle autorizzazioni all’importazione.
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