La gente che sta bene (Film, 2014)

Umberto (Bisio) è un avvocato ambizioso, logorroico, egocentrico e senza scrupoli; dopo aver licenziato un suo collaboratore subisce la stessa sorte da parte di un superiore gerarchico (Bigagli) ma ha la fortuna di incontrare un nuovo lavoro presso un principe del foro: l’avvocato Azzesi (Abatantuono). Non tutto va come dovrebbe, soprattutto in famiglia, con una moglie (Buy) stressata e nevrotica che non vuole abortire il terzo figlio per favorire la carriera del marito. Pure l’opportunità di lavoro sembra sfumare, Umberto resta solo, si consola con Morgana, ultima moglie del principe del foro, che finisce uccisa in un incidente stradale. Basta con il racconto e con le anticipazioni. Il finale è la cosa migliore del film, quindi ve lo lascio gustare, anche perché entra in scena (per poche battute) uno straordinario Carlo Buccirosso (finalmente ridiamo!) nei panni di un maresciallo dei carabinieri in vena di battute. Umberto cambierà vita e capirà molte cose, dopo averne passate di tutti i colori.

Television movie a tutti gli effetti, con un regista, Francesco Patierno, che andrà bene per le serie e per le fiction ma che non è tagliato per il cinema, sia come gestione di attori che come sceneggiatore. Un film irreale, una commedia con poco senso e costrutto, che vorrebbe calcare la mano sui carrieristi, sulle famiglie disgregate, sugli uomini che pensano solo al lavoro sacrificando compagne e figli. Non coglie nel segno, purtroppo, resta un tentativo di fare commedia all’italiana – da tempo defunta – peggiorato da una colonna sonora stridente, una fotografia anonima, un montaggio compassato, una storia sfilacciata e poco coinvolgente.

Alcuni attori sarebbero bravi, ma sia la Buy che Abatantuono vengono utilizzati al peggio delle loro possibilità, così come il personaggio portante – interpretato da Bisio – è caricaturale, sopra le righe, privo di spessore narrativo. Peggior attrice in assoluto Jennipher Rodriguez, nei panni (spesso svestiti) di Morgana, seconda moglie dell’avvocato importante e amante per una notte di Umberto, bella quanto inespressiva. Tra le cose più interessanti un brevissimo cammeo di Camillo Milli nei panni di un vecchietto.

Ben 105’ di inutili banalità attorno a un’idea piccola piccola, tratta da un romanzo di un certo Federico Baccomo, che non sono curioso di leggere. Da vedere solo in televisione. Adesso su RaiPlay.

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Regia: Francesco Patierno. Durata: 105’. Genere: Commedia. Soggetto: Francesco Patierno Baccomo. Sceneggiatura: Francesco Patierno Baccomo, Marco Pattenello, Federico Favot. Fotografia. Maurizio Calvesi. Montaggio: Renata Salvatore. Musiche: Santi Pulvirenti. Scenografia: Tonino Zera. Produttori: Carlo Macchitella, Maurizio Totti. Case di Produzione: Colorado Film, rai Cinema con il contributo di MiBACT in collaborazione con Groupama Assicurazioni e Libero Mail. Distribuzione: 01. Interpreti: Claudio Bisio (Umberto Durloni), Diego Abatantuono (Patrizio Azzesi), Margherita Buy (Carla Durloni), Jennipher Rodriguez (Morgana), laura Baldi (Lorena), Matteo Scalzo (Giacomino), Carlotta Giannone (Martina), Emanuela Grimalda (Suor Emerenziana), Carlo Buccirosso (maresciallo dei carabinieri), Claudio Bigagli (Francesco), Raul Cremona (Ernesto), Pietro Ghislandi (avvocato), Camillo Milli (vecchio).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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