Inizia la Presidenza italiana del W20
Si è tenuta ieri la Cerimonia dell’Handover, il passaggio di consegne tra Arabia Saudita, presidenza 2020 e l’Italia presidenza 2021 del W20/G20. Ufficialmente prendono il via i lavori che porteranno a una serie di eventi pubblici e no, tutti mirati a costruire un Communiquè finale con le raccomandazioni e il piano di azione per migliorare il mondo del lavoro femminile.
L’Italia prende in carico il grande lavoro fatto dalle colleghe Saudite; un Communiquè molto ricco e pieno di suggerimenti importanti e ben definiti. E’ stato interessante ed emozionante lavorare con loro, conoscere da vicino la loro realtà. La donna al centro di tutto, un partner importante, chiave di una soluzione per una società migliore. Adesso la Delegazione Italiana costruirà la sua strada, sempre tenendo a mente i lavori delle presidenza precedenti.
Il W20 è un gruppo giovane, costituito solo 5 anni fa. Ma in questi pochi anni è molto cresciuto, ha preso forza, si è avvalso di partner di rilievo, è stato sempre “sul pezzo” monitorando i progetti e le proposte delle varie Nazioni. La presidenza italiana si prevede molto dinamica, forte anche di un cambiamento in atto ormai inarrestabile, una sorta di illuminismo teso a rinnovare la sensibilità intellettuale e morale di questa nostra epoca, combattendo pregiudizi e stereotipi, magari auspicando riforme facendo conto come fu in passato sulle capacità critiche e razionali degli esseri umani.
I temi sono molti e vanno tutti trattati con un’ottica di genere perché questa visione deve a mio avviso passare; sarà tutto migliore, le donne sono la metà del mondo, fanno figli e li crescono, possiedono il dono della misericordia, l’empatia. Insieme alla grande preparazione e alla tenacia sono qualità incredibili. E allora facciamo in modo che ogni donna possa esprimersi al meglio, che non debba scegliere tra famiglia e carriera, che sia messa in condizione di curarsi con farmaci testati sul genere, che possa vivere la sua vita senza il timore della violenza, delle molestie della persecuzione.
Lavoriamo tutte per una società più giusta: noi non siamo una categoria, siamo la metà del mondo.
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