Consigli di Natale

Questa pandemia ha stravolto la vita di tutti ma non ha cambiato l’abitudine di certe riviste di settore di dispensare consigli per le feste. E infatti, insieme all’inevitabile Oroscopo di fine anno che pare andrà a ruba, implacabile in prossimità delle feste, ecco arrivare  le rubriche che scaricano sulle riviste (femminili per lo più), vagonate di consigli per il cenone di Natale, consigli sul look per il cenone e perfino il trucco per il cenone e via dicendo.

La cosa interessante sono le sfumature che variano tra “quello che lo farà impazzire, per le single in cerca, quello che risveglierà il desiderio, per le coppie oltre i 7 anni, trucchi da esorcista per le coppie di lunga data”. Insomma, ci sono fior di giornalisti alle prese con consigli per un pubblico di casalinghe inquiete.

I consigli “consigliano” piatti luculliani per la cui realizzazione non basterebbe una vita intera, con ingredienti che costano poco ma solo nel paese di origine, come spezie indiane rarissime, frutta dal nome impronunciabile, verdure con nomi presi dalla Bibbia e via dicendo.

Ma il meglio viene quando si apparecchia; con i consigli di qualche signora magari nobile, un tocco di rosso un tocco di oro e qua e là la collezione di mio nonno, cominciata all’epoca di Pierluigi Quindici che riproduce un presepio ma tutti vestiti da damine e cicisbei del Settecento. La povera casalinga che ha al suo attivo una tovaglia comprata al mercato con su stampato ridenti babbini natalini, rabbrividisce pensando che la cosa più antica di casa sua è la cornice con la foto della sua prima comunione (ma va bene, facciamo finta!).

E allora avidamente si getta sul look della serata. Che dice l’esperto, spesso un mancato famoso stilista che odia le donne oltre la taglia 38? Che consiglia il duce della moda? Un tubino nero dove, una volta entrate non respirerete più, scarpe tacco 15 rosse e gioielli fantasia. Una mise adattissima quando la poverina si troverà a friggere chili e chili di baccalà e di broccoli. Ma pensate che colpo d’occhio davanti alla pentola bollente, al pesce panato sul tavolo, che stacco quelle scarpe alte portatrici sane di alluce valgo. E poi pensate al contesto; tra nonni con il cervello in declino, bambini maleducati smartphone dipendenti, uomini sovrappeso vestiti con la tuta delle feste, eccola lì lei, la donna che tutti vorrebbero, vestita come dio comanda.

Io ci leggo una nota di sadismo. Eppure ogni anno si ripete e pare che le donne comprino queste riviste, assetate di consigli. Forse tutto ciò serve a essere star per una sera; non il dado da brodo star per davvero.

Una volta apparecchiata la tavola come faceva la bisnonna, con la sola modernità dei bicchieri di carta rigorosamente compostabile tranne quello per una romanella che sarà di vetro, cosa altro resta a queste eroine se non guardarsi allo specchio e compiacersi del trucco? Tirando magari dentro la pancia, nascondendo i rotoli sotto generazioni di pancere.

Ma a me piace pensare a tante che se ne fregheranno e leggeranno questi consigli per le feste in ciabatte e tuta di pile, sospirando ma non troppo pensando alle scarpine che rimarranno nell’armadio e al vestito che rimarrà nel cellophane. E poi gettarsi, consolatorio al massimo, su un tripudio di fette di pandoro e panettone, magari al cioccolato. Buon Natale a tutti.

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