L’uomo che ama (Film, 2008)

Un film drammatico scritto molto bene, girato con movimenti di macchina e inquadrature originali, usando il piano sequenza in funzione evocativa, il montaggio non consequenziale e la soggettiva per approfondire il tormento psicologico dei personaggi.

Roberto (Favino) vive una passione intensa per Sara (Rappoport), che è ancora innamorata di un altro e finisce per lasciarlo – distrutto e annichilito – mentre in passato è stato lui a causare dolore ad Alba (Bellucci), lasciando una compagna che lo amava e che avrebbe voluto un figlio. La storia principale si collega a quella familiare, con il rapporto omosessuale tra Carlo (Alhaique) – il fratello di Roberto – e Yuri (Blackhall), presentato come dolce e intenso, una vera storia d’amore. Interessante il ruolo dei genitori di Carlo e Roberto (Ninchi e Degli Esposti), che vivono sul lago d’Orta, in campagna, e vengono a sapere dell’omosessualità del primo figlio soltanto quando si ammala di cuore e deve operarsi.

Film girato tra Torino e il lago d’Orta con mano sicura da una regista esperta come Maria Sole Tognazzi che per stile e tematiche deve molto alla lezione di un maestro come Michelangelo Antonioni. Da notare che a un certo punto la Tognazzi cita Pietro Germi, perché Roberto guarda in televisione L’uomo di paglia, diretto e interpretato da uno dei nostri più grandi uomini di cinema. Sceneggiatura molto personale curata da Ivan Cotroneo che mette sempre la sua firma d’autore ai progetti dove è chiamato a collaborare. Fotografia notturna intensa e suadente, così come sono spettacolari certe sequenze in riva al lago d’Orta e diversi spaccati torinesi. Montaggio non consequenziale, una delle caratteristiche principali della pellicola (prima si vede il futuro, quindi si torna al presente). Musica di Carmen Consoli che si amalgama molto bene alle immagini drammatiche montate in maniera compassata.

Interpreti ispirati, con un Favino in un ruolo drammatico intenso e convincente – vittima e carnefice d’amore – ben coadiuvato dalla almodovariana Marisa Paredes (la farmacista), Ksenia Rappoport e Monica Bellucci (non soltanto belle ma vere attrici), così come Alhaique e Blackall sono ben calati nella parte degli innamorati gay. Arnaldo Ninchi e Piera Degli Esposti (purtroppo scomparsi) sono due ottimi attori di teatro, che non scopriamo oggi, perfetti nei panni degli anziani genitori.

Maria Sole Tognazzi non ha girato molti film, forse L’uomo che ama è il più riuscito, insieme a un documentario sulla vita del padre Ugo (2010) e a Io e lei (2015) – che non mi convinse del tutto – storia di un amore omosessuale al femminile tra Margherita Buy e Sabrina Ferilli. I suoi temi preferiti sono intimisti, ama indagare i rapporti tra uomini e donne nella società contemporanea. L’uomo che ama va recuperato.

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Regia: Maria Sole Tognazzi. Soggetto e Sceneggiatura: Ivan Cotroneo, Maria Sole Tognazzi. Fotografia: Arnaldo Catinari. Montaggio: Walter Fasano. Produttore: Donatella Botti. Casa di Produzione: Bianca Film, Medusa Film. Distribuzione: Medusa Film. Musiche: Carmen Consoli. Scenografia: Tonino Zera. Costumi: Antonella Cannarozzi. Genere: Drammatico. Interpreti: Pierfrancesco Favino (Roberto), Ksenia Rappoport (Sara), Monica Belucci (Alba), Marisa Paredes (dottoressa Campo), Michele Alhaique (Carlo), Glen Blackhall (Juri), Arnaldo Ninchi (Vittorio), Piera Degli Esposti (Giulia).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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