Decreto Natale, come comportarsi
Secondo il decreto legge n.172/2020, oramai conosciuto come “Decreto Natale”, le festività, a causa della pandemia in corso, saranno sicuramente diverse rispetto agli anni scorsi.
Al fine di arginare il continuo diffondersi del Coronavirus e, nel contempo, cercare di non privare i cittadini di poter vedere in alcun modo amici e parenti, il Governo ha varato apposito decreto, con il quale, in primis, vengono regolati gli spostamenti dei cittadini e le chiusure degli esercizi commerciali.
A partire dal 24 dicembre sino al 27 gennaio, nonché dal 31 dicembre al 3 gennaio ed il 5 e 6 gennaio, l’Italia sarà tutta “zona rossa”. Rispetto a quanto previsto dal DPCM del 3 dicembre, invece, sarà possibile ricevere nelle proprie abitazioni come ospiti fino a due persone per volta, oltre a quelli già conviventi; sarà sempre possibile portare con sé minori di 14 anni, sui quali si esercita la potestà genitoriale.
Questo rappresenta un punto focale: durante il periodo di lockdown passato, molto spesso padri separati, non collocatari dei propri figli, sono rimasti mesi senza poterli vedere. Con tali misure, sarà garantito comunque il diritto alla bigenitorialità per i figli minori, i quali potranno passare le festività con entrambi i genitori.
Resteranno aperti supermercati, negozi di beni alimentari, edicole, tabaccherie, farmacie, parrucchieri, barbieri, nonché le chiese sino alle ore 22. Si potrà uscire solo per ragioni di lavoro, necessità e salute, le quali dovranno essere indicate nell’apposita autocertificazione.
Nei restanti giorni l’Italia sarà tutta “zona arancione”: è prevista la riapertura di negozi, bar e ristoranti solo per asporto o a domicilio e sarà consentito muoversi senza dover motivare gli spostamenti. Sempre entro gli orari consentiti, tra le 5 del mattino sino alle 22 di sera.
Inoltre, ai sensi dell’art. 2 del medesimo decreto, viene previsto un contributo a fondo perduto da destinare alle attività dei servizi di ristorazione, probabilmente i più colpiti dalle ultime chiusure.
Sicuramente, ciò che si raccomanda a tutti è la massima prudenza: alla luce dei livelli del contagio e delle persone che hanno perso la vita per il Covid -19, quest’anno e per rispetto di coloro che, purtroppo, passeranno le feste rinchiusi in ospedale, sarebbe meglio muoversi il meno possibile, a tutela del diritto alla salute proprio ed altrui. Diritto alla salute che, in ogni caso, è preminente rispetto a cenoni e feste che, per quest’anno, non ci dovranno essere, in attesa del vaccino e di un anno più lieto per tutti.
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