Intelligenza artificiale per aumentare le nascite?
Il titolo suona quasi inquietante e la notizia potrebbe ingenerare ansia se non una vera e propria angoscia ma, anche considerata la fonte e il contesto, appare attendibile. È notizia di alcuni giorni fa, riportata dalla autorevole BBC che in Giappone, saranno effettuati investimenti in tecniche di intelligenza artificiale per permettere alle persone di incontrarsi tra loro e creare coppie per cercare di aumentare il tasso di fertilità, uno dei problemi più sentiti nel paese del Sol levante e che potrebbe portare già nel breve periodo pesanti ripercussioni anche a livello economico.
Lo scorso anno il numero di bambini nati è stato il più basso di sempre; le cronache rosa e non solo ne hanno parlato in merito ai problemi a suo tempo insorti all’interno della famiglia imperiale per la successione e la proposta di cambiare la legge in vigore per permettere alle donne di salire al trono. Inoltre il Giappone si trova di fronte ad un problema culturale di non poco rilievo: le donne sono tradizionalmente destinate ad essere mogli e madri e questa sembrava essere l’aspirazione della maggior parte di loro in una cultura fortemente orientata verso valori tradizionali; tuttavia l’allora primo ministro Shinzo Abe si era proposto almeno dal 2015 l’ambizioso proposito di triplicare il numero di donne manager. I numeri in tal senso non dicono se sia riuscito nel suo proposito, ma il calo delle nascite lascia pensare che grossi passi in avanti siano stati fatti in tal senso. Dai numeri riportati sulla cronaca, si ipotizza che, entro la fine del secolo, con l’attuale trend delle nascite, la popolazione giapponese potrebbe diminuire oltre della metà e, in tal senso, il ricorso alle stesse tecniche simili a quelle utilizzate sulle piattaforme social per simili fini potrebbe anche avere una sua giustificazione. Ma qui stiamo andando ben oltre.
Non si tratta più, infatti, di lasciare che siano solo algoritmi creati e studiati dall’uomo a cercare di combinare coppie perfette: quella dell’intelligenza artificiale è una fase ben successiva. Ci troviamo nel momento in cui sono soltanto le macchine a svolgere tutto, dialogando tra loro dopo avere appreso e rielaborato i comportamenti umani, il linguaggio naturale dell’uomo, possono muoversi autonomamente e fare semplicemente “tutto”.
Un articolo di Forbes del 2019 ci informava di come intelligenza artificiale fosse già in grado di scrivere da sola un libro o pagine di giornale, senza intervento umano e un articolo di qualsiasi testata; è capace di parlare, muoversi, giocare, scrivere poesie e dibattere. Pensiamo quanto potrebbe essere bello, invece di litigare con la moglie o il fidanzato, poter competere con un computer che sceglie addirittura l’argomento e vi tiene testa. L’intelligenza artificiale è anche in grado di comprendere le emozioni basandosi sulle espressioni facciali, linguaggio del corpo e tono della voce. È anche in continua evoluzione.
Tuttavia, indipendentemente dal caso giapponese, la sola idea di un progetto governativo ufficiale di incentivare i sistemi di intelligenza artificiale per favorire incontri tra le persone, pone realmente interrogativi, anche inquietanti, su quali possano essere i confini di questa materia e, principalmente, se vi siano realmente limiti che non possano essere travalicati sulla base di chi avrà in mano le macchine e i codici di accesso. Nessun dubbio che, come ogni scienza, anche l’intelligenza artificiale nasce per scopi buoni e leciti ma, in un caso specifico come questo, esistono troppe variabili per non considerare l’opportunità di valutare limiti.
L’intelligenza artificiale trova applicazione anche nello sport e può essere usata, ad esempio, anche per valutare il modo migliore per calciare o parare un calcio di rigore. Nel corso di un esperimento è stata inserita una variante folle con il portiere che si gettava a terra da un lato senza attendere il movimento del calciatore. Ovviamente il sistema non ha saputo reagire correttamente. Twitter aveva rilasciato una app programmata per imparare il linguaggio dei social media e rispondere in automatico. Dopo aver elaborato milioni di messaggi, commenti, meme e foto, così da crearsi un modello delle regole del discorso umano online e replicarlo nello stile degli utenti del cinguettio, ha iniziato a rispondere utilizzando un linguaggio razzista e misogino. I dirigenti hanno deciso di ritirarla nel giro di 24 ore. Ma cosa potrebbe accadere se fossero altri tipi di manager a prendere simili decisioni o governi non proprio democratici? Inoltre le macchine sono state, non a caso, definite “Idiot Savant”, e ancorché sapienti non è opportuno lasciare che siano degli idioti a prendere decisioni magari importanti e che riguardano le nostre esistenze.
Anonymous ha avvertito di come Tik Tok il popolare social che va per la maggiore tra i giovanissimi sia un’operazione di spionaggio di massa gestita dal governo cinese e il dubbio che, dietro, vi siano sistemi di intelligenza artificiale è stato avanzato.
Come il legislatore europeo già si è dovuto occupare della protezione dei nostri dati non è impensabile che a livello globale si debbano valutare limiti alle modalità di gestione dell’intelligenza artificiale.
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