Un nuovo illuminismo

Una volta, non molto tempo fa, si facevano i buoni propositi per l’anno nuovo. Le cose sono molto cambiate e pure in fretta, adesso si pensa a sopravvivere, si fanno pochi progetti perché stiamo vivendo un’epoca di grande incertezza dominata dalla paura di un virus. Eppure proprio in momenti come questi le menti si aprono, i pensieri si accumulano, le idee arrivano.

Intanto partiamo bene; diciamo che siamo alla fine (speriamo) della lotta contro la pandemia. Consideriamo che tutti abbiamo fatto i conti con tantissimi problemi; alcuni più di altri hanno visto frantumarsi la prospettiva di una vita dignitosa se non agiata e hanno chiuso definitivamente attività che sembravano inossidabili. Ci siamo accorti all’improvviso di tutti i nostri eccessi e abbiamo visto quanto tutto sia fragile. Chi ha saputo vedere tutta questa fragilità ha tentato di correre ai ripari. In che modo? Valutando l’impatto e cercando la cura.

Ecco, Cura è una parola chiave; che riguarda in primis la cura dell’umanità, del Pianeta, quella della famiglia e della società. Abbiamo visto come il nostro personale sanitario pronto e preparato abbia affrontato con grande competenza e dedizione gli effetti di una vera guerra. Le donne e gli uomini insieme mascherati e irriconoscibili si sono spinti all’estremo delle loro forze per aiutare tutti senza distinzioni. Li abbiamo amati e acclamati, i nostri eroi, gli eroi della Cura.

E abbiamo sorriso nel vedere tornare i pesci nelle calli di Venezia, il cielo azzurro di Pechino, gli orizzonti nella Pianura Padana. Siamo stati felici di vedere come la Natura fosse rinvigorita; mai tante nascite come ora, gli animali si sono ripresi i loro spazi e hanno potuto vivere in tranquillità. Lontani dall’invadenza degli uomini sempre in cerca di una foto, di un ricordo, di materiale per i social. Abbiamo capito che il Pianeta ha bisogno di Cura.

Dobbiamo cominciare dalle cose più facili, più a nostra portata; progetti realizzabili e non fantastiche utopie. Città a misura di uomo forse, trasformazioni che potrebbero cominciare anche da sotto casa nostra, cominciando ad avere comportamenti più concilianti, a interessarsi dei problemi di chi ci vive intorno, a contribuire tutti alla cosa pubblica anche con piccole azioni. Non è per  niente difficile.

Abbiamo visto tutto, la solitudine di tanti anziani e la solidarietà intorno a loro; la Cura dei nostri vecchi: la nostra storia, il nostro passato. Dovremmo cominciare a vivere come fossimo sempre in emergenza dando la priorità alle vere priorità: meno consumismo e più riciclo, meno fuffa più contenuti. In fondo, abbiamo tutti visto di cosa abbiamo realmente bisogno. Si può cambiare, lo dobbiamo fare.

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