Annali della stupidità umana

Alla fine, Donald Trump ha fatto marcia indietro a tutto vapore. Dopo aver per due mesi provato, con tutte le menzogne possibili, di invalidare il risultato dell’elezione perduta e di screditare il Presidente legittimamente eletto, giovedì scorso, in un breve video, ha ammesso che il 20 gennaio ci sarà una nuova Amministrazione, e successivamente ha ordinato a tutti i titolari di incarichi politici (oltre 4000, compresi tutti i Ministri e la maggior parte degli Ambasciatori) di presentare le dimissioni al 20 gennaio, in modo da non creare imbarazzi nella transizione, che egli ha assicurato volere che sia normale e ordinata. Questo, forse vale la pena di ricordarlo, dopo che già due Ministri (Trasporti ed Educazione) e svariati altri membri dell’Amministrazione, avevano annunciato le dimissioni per conto proprio, in protesta per le violenze di mercoledì contro il Congresso. Non solo, ma – dopo aver creato per mesi (ma sarebbe meglio dire per anni) un clima di divisione e di odio, dopo aver incitato i suoi sostenitori a riunirsi a Washington e marciare sul Congresso, dopo averli alla fine ringraziati ed elogiati come patrioti – in un altro breve video si è detto indignato contro le violenze perpetrate e declamato che i colpevoli devono pagare (notiamo che un Pubblico Ministero federale di Washington non esclude di indagare tra i colpevoli lo stesso Trump).

Un caso di improvvisa conversione alla verità? Ma andiamo! Piuttosto l’ultimo voltafaccia di un bugiardo manipolatore, abituato a salvarsi sempre per il rotto della cuffia. Neppure lui è tanto stupido da non rendersi conto che con i fattacci di mercoledì si è messo contro buona parte del suo stesso partito e creato indignazione diffusa in America e nel mondo, e rischiava la rimozione anticipata. Personalmente non ho creduto nei giorni scorsi e continuo a non credere che questa avrà luogo, perché il Vicepresidente Pence non si spingerà fino ad attivare l’emendamento 25, e il tempo per un impeachment non c’è più, per cui credo che le minacce di Nancy Pelosi e anche un eventuale voto della Camera dei Rappresentanti avrebbero un valore politico e non pratico.

Ormai a Trump restano 9 giorni di presidenza, certo saranno giorni lunghissimi, nell’attesa di qualche imprevedibile nuovo disastro, e certo il Presidente potrà cercare di sfruttarli al massimo per qualche beneficio per sé, i suoi famigliari, i suoi restanti accoliti (tra cui lo spregevole Rudy Giuliani). Ma passeranno e l’importante è che l’inauguration del nuovo Presidente si svolga senza drammi e in un clima di massima sicurezza (l’assenza e i ritardi delle Forze dell’Ordine, mercoledì scorso, sono oggetto di forti critiche e indagini interne. A nessun scalmanato deve essere consentito turbare un giorno emblematico della democrazia in azione).

Naturalmente, le lacrime di coccodrillo di Donald Trump, la sua improvvisa trasformazione da lupo in agnello, l’ostentoso ripudio della violenza, non sono piaciuti alle squadracce degli ultra. Nelle reti di estrema destra circolano accuse di tradimento, di “pugnalata nella schiena” e di “colpo nello stomaco” di Trump ai suoi sostenitori. Ma c’è anche chi si dice convinto che sia tutto un trucco, che i video di Trump siano dei falsi, montati dalla cospirazione dei socialisti pedofili filocinesi, e chi si consola con la favoletta che, in realtà, si tratta di un abile stratagemma del Presidente per prendere tempo e preparare l’intervento dei militari, come era stato proposto da un suo ex Consigliere, l’ignobile gen. Flynn (lo stesso che ha dovuto dare le dimissioni dopo pochi giorni nell’incarico per aver mentito sui suoi incontri con l’Ambasciatore russo, ed è stato poi per questo condannato dalla Giustizia, finché Trump lo ha graziato).

Però, negli annali della stupidità va iscritto a pieno diritto anche Vittorio Sgarbi, che ha dichiarato di augurarsi che i fatti di Washington si verifichino anche in Italia contro il Governo Conte e che la donna uccisa dalla polizia nello scontro dentro il Congresso è una martire.

Sono stato anni fa amico di Sgarbi, mi divertiva la sua verve iconoclasta, oltre ad apprezzarne la reale e grande cultura artistica. Poi col tempo la sua smania di rimanere protagonista a colpi di provocazioni sempre più insensate è divenuta francamente paranoica e dovrebbero imbarazzare i suoi referenti politici (ammesso che lui riconosca di averne, al di là di una confusa pseudo-ideologia anarcoide). Peccato, per una persona che nel suo campo è certamente uno dei migliori e, se si occupasse solo di arte, di cui sa veramente tutto, sarebbe una luce non solo per l’Italia.

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