Gli irresponsabili e Gianburrasca
Il linguaggio politico è dominato in queste settimane dall’attesa – o speranza – che un gruppo di “responsabili” in Senato salvi il Governo Conte, come per anni ha tenuto in piedi il Governo Renzi. A me pare però che ora, più che mai, siano gli irresponsabili che occupano la scena e tengono banco.
Si è sviluppata una nuova scienza: “la renzologia”. Cosa vuole Matteo Renzi? Far fuori Conte? Rimettersi al centro della scena politica facendo valere i suoi sparuti voti? C’è qualche fondamento nelle sue proteste rispetto a Conte? Credo che un minimo di base ci sia e il Premier abbia peccato di una certa sicumera, ma questo non può coprire le vere ragioni di Renzi, che sono quelle di un Giamburrasca egocentrico e vendicativo, che non ha mai inghiottito le malefatte che dal seno del suo ex-partito gli sono state propinate per anni, né i risultati dei suoi clamorosi errori, a cominciare da una riforma istituzionale raffazzonata e da un Referendum perduto.
Tutto questo farebbe parte del gioco della politica, se il Paese non stesse attraversando la peggior crisi dal dopoguerra, in piena pandemia e con la necessità di mettere in moto il meccanismo del Ricovery Fund e rianimare l’economia. In queste condizioni, provocare una crisi che si annuncia al buio è un atto di grave irresponsabilità, che spero gli elettori puniscano. Se un partitello del 3% sfida tre forze parlamentari maggioritarie, se spera di disarcionare un Premier sostenuto dalla principale forza politica, e tutto questo sulla pelle del Paese, siamo vicini al tradimento della democrazia e dell’interesse nazionale.
Come andrà a finire? A questo punto tutto è possibile: dipenderà dal buonsenso dei protagonisti (se ancora ne esiste un barlume) discutere una ragionevole via di uscita. Ma dipenderà soprattutto dalla saggezza e dalla fermezza di Mattarella, che già in altre occasioni si è dimostrato un timoniere adeguato a dirigere la nave in momenti di tempesta. Attenti, però, Renzi, Conte e gli altri: il gioco di sfasciacarrozze può portare a un pericoloso indebolimento della democrazia, a un diffuso ripudio delle regole e, alla fine, nella corsa a un nuovo fascismo. Mi pare che l’esempio degli Stati Uniti dovrebbe far riflettere tutti.
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