The Danish Girl (Film, 2015)
Tom Hooper dirige un film intenso e coinvolgente, tratto dal romanzo La danese di David Ebershoff, liberamente ispirato alla vita delle pittrici danesi Lili Elbe e Gerda Wegener. Lili Elbe (Redmayne) è la prima transessuale della storia, morta nel tentativo di cambiare sesso, assecondando la vera indole femminile, tentando di correggere – con l’aiuto di una medicina ancora agli albori – un tragico errore della natura. Regista inglese, come l’attore principale, film ambientato negli anni Venti, tra Copenaghen e Parigi, ma anche nei fiordi danesi delle regioni più sperdute, luoghi di origine della pittrice che ritraeva i panorami della sua infanzia su intense tele dal sapore proustiano.
Racconto drammatico di un matrimonio che sembra felice tra Einar e Gerda, pittori dal diverso successo, affiatati anche sessualmente, fino al giorno in cui la moglie non scopre la vera tendenza del marito, facendolo vestire da donna. Quello che sembra un gioco diventa una tragica presa di coscienza che il corpo assegnato dalla natura non è quello che il pittore vorrebbe. In realtà è sempre stato così, fin dall’infanzia, quando ha avuto una breve esperienza omosessuale con un amico e amava vestirsi da bambina. Tutto sembra uno sdoppiamento di personalità, tra Einar e Lili, poi la parte femminile prende il sopravvento, fino ad annullare completamente il lato maschile. Il pittore consulta diversi medici ma viene curato come se soffrisse di una malattia mentale – idea del periodo storico – una sorta di schizofrenia, fino a quando un chirurgo che sta sperimentando la materia non propone un radicale cambio di sesso. Lili tenta l’ultima carta per essere sé stessa, assecondata da una moglie innamorata che la sostiene insieme a un vecchio amico d’infanzia. Lili morirà tra le sue braccia, in fondo felice, raccontando di aver sognato di essere bambina con sua madre che la teneva in braccio e la cullava.
Fotografia stupenda, inquadrature mai banali, uso intenso del grandangolo, primissimi piani e soggettive, un film molto teatrale ma al tempo stesso cinematografico. Bravissimi gli interpreti, da un protagonista che si cala in abiti femminili con naturalezza e semplicità, senza mai eccedere, fino a una Alicia Vikander, moglie che vive un vero e proprio dramma sulla sua pelle. Un film da vedere.
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Regia: Tom Hooper. Soggetto: David Ebershoff (romanzo). Sceneggiatura: Lucinda Coxon. Fotografia. Danny Cohen. Montaggio: Melanie Ann Oliver. Musiche: Alexandre Desplat. Produttori: Gaul Mutrux, Anne Harrison, Tim Bevan, Eric Fellner, Tom Hooper. Case di Produzione: Working Title, Pretty Pictures, Revision Pictures, Senator Global Productions. Paese di Produzione: Stati Uniti, Regno Unito, Danimarca, Belgio, Germania, Giappone. Distribuzione Italia: Universal Pictures. Genere: Drammatico. Durata: 120’. Interpreti: Eddie Redmayne (Einar Wegener / Lili Elbe), Alicia Vikander (Gerda Wegener), Matthias Schoenaerts (Hans Axgil), Ben Whishaw (Henrik), Amber Heard (Ulla), Sebastian Koch (dott. Warnekros), Pip Torrens (dott. Hexler), Emerald Fennell (Elsa), Adrian Schiller (Rassmussen), Richard Dixon (Fonnesbeck), Henry Pettigrew (Niels).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]