Il tuo cellulare, utile ma anche ladro e assassino

La calcolatrice, la torcia elettrica, la macchina fotografica, il registratore e il riproduttore di musica. Un blocco da appunti e la penna; uno specchio e la bussola; il libretto degli assegni e, ovviamente, il vecchio telefono che si trovava nelle case. Sono soltanto alcuni degli oggetti che sono stati più o meno velocemente sostituiti dal cellulare, oggi evoluto nelle versioni in smartphone o iPhone, i modelli più aggiornati al momento in attesa che, tra pochissimi mesi, o forse settimane, venga soppiantato dalla versione più aggiornata. Con quel cellulare possiamo anche imparare una lingua, prendere lezioni di yoga o di cucina, adesso anche lavorare o compiere un intero ciclo di studi senza alzarsi dal letto o dal divano e farci consegnare la spesa e i pasti scegliendo ogni possibile variante etnica pagandola on line insieme a tutte le altre nostre bollette. Tra video, messaggi, vocali, mail e attività ludiche ci dimentichiamo che con quello stesso oggetto potremmo anche telefonare.

Sicuramente è uno strumento che, ormai entrato nel nostro quotidiano, e farne a meno o disincentivarne l’uso è pura utopia, ma non possiamo prescindere da alcune ben tristi osservazioni che muovono, purtroppo da una tragedia che ben poteva essere evitata e che ha richiamato l’attenzione sui pericoli che ha portato questo vero e proprio nuovo di vivere sempre più connesso in rete. La morte di una bambina a Palermo a causa di una sfida social ha imposto un intervento anche da parte del Garante per la Privacy che, finalmente, è intervenuto nei confronti di TikTok, il social che aveva già attirato l’attenzione per episodi che avevano visto coinvolti, ancora con esiti tragici, dei giovanissimi: la fascia di età che ne fa maggiore uso.

In attesa dell’esito delle indagini e di auspicabili provvedimenti, corre l’obbligo di sottolineare come quel cellulare di cui non possiamo più fare a meno è divenuto uno strumento ideale per commettere reati e creare ulteriori gravi situazioni di pericolo che, spesso, derivano dalla disattenzione e dalla leggerezza di chi lo usa. È un dato di fatto che la maggior parte delle perdite di dati, di truffe online, di ricatti, diffusione di materiale usato per estorsioni, revenge porn e il classico furto di identità avvengono a causa del fattore umano; ed è proprio su questo che fanno affidamento ladri, truffatori, pirati informatici, pedofili e le categorie potrebbero continuare.

Non è solo la vicenda di Palermo che dovrebbe indurci a riflettere; sarebbe necessario leggere altri avvertimenti del Garante o più semplicemente i comunicati della Polizia Postale che ci ricorda a ritmo quasi quotidiano come siano all’ordine del giorno la comparsa sui nostri monitor di messaggi che contengono virus e file che, una volta scaricati possono non solo rubare i nostri dati, ma anche quelli delle nostre rubriche.

Da più parti giungono messaggi con cui si chiede una regolamentazione degli accessi al web o quantomeno delle “modalità di ingaggio”. Non solo per i giovanissimi che possono iscriversi ai social senza controllo alcuno, ma anche per la verifica dei contenuti che possono essere lanciati da chiunque in rete e sempre da chiunque essere letti con conseguenze anche qui drammatiche: dal bambino morto perché i genitori non sono pochi i casi di chi è morto a causa del rifiuto di cure mediche tradizionali per avere voluto scegliere la cura di un autonominatosi santone di turno trovata online.

Che sia giunto il momento della creazione di sovranazionale indipendente che cerchi di creare una forma di regolamentazione? Una nota sul punto per spingere oltre il dibattito. L’internet che noi conosciamo e su cui navighiamo quotidianamente, rappresenta al massimo il cinque per cento dell’intero web. Il resto è formato dal deepweb, dal darweb e dal Marianna web. Senza volere entrare in questa sede in tecnicismi ricordiamo che in questi ultimi anni, e più che mai durante il lockdown, abbiamo assistito ad una crescita imponente dell’utilizzo del Dark Web per la vendita di prodotti semi legali sia di quelli illegali anche da parte di organizzazioni criminali che sfruttano le potenzialità del web. La rete  è caratterizzata da assenza di confini definiti, la non tracciabilità, anonimato e la possibilità di creare aree non rintracciabili per evitare responsabilità penali.

Se le legislazioni e i sistemi di protezione nazionali si stanno rivelando insufficienti, su una rete globale è ipotizzabile un intervento mondiale, ma senza dimenticare che, prima di tutto, è necessario intervenire sugli utenti, la prima causa dei loro stessi pericoli e che portano in tasca uno strumento che si è rivelato anche di morte.

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