I soldi della Regina

Il grande quotidiano liberale inglese, The Guardian, sta pubblicando una serie di articoli basati su una lunga e minuziosa ricerca, sostenendo che, dal 1973 in poi, la Regina Elisabetta ha sistematicamente svolto attraverso i suoi legali un’azione di lobby per bloccare o modificare, sempre con successo, progetti di legge che avrebbero potuto portare alla pubblica rivelazione delle sue finanze e, conseguentemente, a pagare le tasse come ogni altro cittadino britannico. A parte che sul naturale rispetto per la Corona dei vari governi, specie conservatori, l’azione si è basata su una delle tante arcaiche leggi inglesi che prevede, in caso di proposte di legge che potrebbero toccare gli interessi della famiglia reale, la necessità del previo “Queen consent” (consenso della Regina). Di conseguenza, la realtà delle finanze dei Windsor resta ancora avvolta nel segreto.

I Windsor sono una delle famiglie, e la Regina una delle donne, più ricche del mondo ma la vera estensione di questa fortuna è ignota. A parte l’appannaggio reale, le fantastiche collezioni d’arte, i palazzi, i gioielli senza prezzo, si sa solo che la Regina possiede un enorme portafoglio azionario. Ma menzionarlo è stato per lungo tempo considerato di pessimo gusto, degno solo di qualche scalmanato estremista di sinistra o dei peggiori tabloid domenicali. The Guardian, però, è un giornale serio, rappresenta una parte consistente dell’opinione, e quindi le sue rivelazioni hanno un certo peso.

La Monarchia inglese ha sopravvissuto a molti scandali, dalla follia del Re Giorgio IV all’abdicazione di Edoardo, alle tribolate vicende matrimoniali dei principi, il divorzio Carlo-Diana, la commozione pubblica seguita alla morte di quest’ultima, le squallide vicende di Andrew e ora di Harry e Megan. Gli scandali dell’ultimo mezzo secolo sono stati però sempre superati grazie all’immenso prestigio di Elisabetta, che ha incarnato per le gente un perfetto modello di correttezza istituzionale, regalità e senso del dovere. In un paese psicologicamente attaccato al suo passato, la Monarchia, che lei rappresenta, si identifica con la grandezza e le glorie nazionali, e finché Elisabetta è in vita, non credo che uscirà veramente scossa nemmeno questa volta e la Regina resterà un’icona quasi sovrannaturale.

La vicenda dimostra soltanto che, senso del dovere o no, quando si tratta di soldi anche la Regina ha le debolezze di tutti.

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