Cosa dirà la gente (Film, 2017)

Un film della regista Iram Haq importante, uscito in Italia il 3 maggio 2018, adesso visibile su Rai Play, dopo aver avuto il primo passaggio nazionale su Rai Movie, il 25 novembre 2020, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne.

Tutto nasce da una storia vera di sopraffazione e abuso familiare, vissuta in prima persona dalla regista (anche sceneggiatrice) – nata nel 1976 – che all’età di 14 anni venne deportata dal padre in Pakistan, dove restò per un anno e mezzo, rea di aver frequentato troppi amici norvegesi e di non aver accettato la cultura tradizionale. Non tutto quello che la regista racconta è successo, almeno non a lei, ma le vicende narrate sono all’ordine del giorno in una cultura tribale, legata a valori antichi, soprattutto al conformismo di quel che dirà la gente.

La storia si svolge tra Oslo e il Pakistan, narra il rapporto conflittuale tra Nisha e la famiglia, dopo essere stata scoperta ad amoreggiare con un coetaneo norvegese, fino alla decisione di mandarla a vivere nel paese di origine. Non è certo la soluzione ai problemi, perché in Pakistan la ragazza viene sorpresa ad amoreggiare con un cugino, subisce violenze gratuite e ricatti da parte di una corrotta polizia, quindi il padre deve tornare a riprenderla. In Norvegia si tenta di normalizzare la situazione con un matrimonio combinato, tra pakistani, spedendo la figlia in Canada ad accasarsi con un medico. Il finale è aperto, perché nottetempo Nisha fugge, tutti sanno che lo sta facendo, ma nessuno la ferma. La macchina da presa si sofferma alcuni istanti sul volto del padre, che sta vivendo il suo dramma.

Secondo film da regista di un’autrice interessante come Iram Haq (il primo è I Am Yours, 2013, ambientato in Norvegia, non visto in Italia) che dirige con mano ferma un gruppo di attori ispirati, fa largo uso della soggettiva e della macchina a mano, per conferire drammaticità e rendere claustrofobica una storia angosciante. Nadim Carlsen regala una fotografia stupenda, dai ghiacci di una solare Oslo ai cupi notturni pakistani, passando per sconvolgenti panoramiche di un mondo orientale al risveglio, visto dai tetti di una città antica dove i ragazzi fanno volare gli aquiloni.

Un film che fa capire quanto siano ancora lontani i tempi di una completa liberazione femminile da gioghi antichi, dai quali anche in Italia non ci siamo liberati da molto tempo. Basterebbe andarsi a rivedere Matrimonio all’italiana di Pietro Germi. Cosa dirà la gente racconta non solo l’oscurantismo religioso ma soprattutto il conformismo del pensiero e l’importanza conferita all’opinione degli altri, fino a condizionare la propria esistenza. Se non l’avete visto, recuperatelo su Rai Play.

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Regia: Iram Haq. Soggetto e Sceneggiatura: Iram Haq. Fotografia: Nadim Carlsen. Montaggio: Jesper Baekdal, Anne Osterud. Musica: Lorenz Dangel, martin Pedersen. Costumi: Ida Toft. Produzione: Tom Dercourt, Maria Ekerhovd, Madeleine Ekman, Sophie Erbs. Titolo originale: Hva vil folk si. Lingua originale: Norvegese, urdu. Paesi di Produzione: Norvegia, Germania, Svezia, India. Durata: 107’. Genere: Drammatico. Interpreti: Maria Mozhdah (Nisha), Adil Hussain (Mirza), Ekavali Khanna (Najma), Rohit Suresh Saraf (Amir), Ali Arfan (Asif), Sheeba Chaddha (Zia), Jannat Zubair Rahmani (salima), Lalit Parimoo (Zio).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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