Il turismo è un mestiere da donne

Nel settore turismo le donne sono oltre il 50% della forza lavoro. Non sempre ricoprono posizioni di livello, anzi; la conduzione di una struttura turistica di qualsiasi tipo a volte è ereditata dalla famiglia. In moltissimi casi le donne sono addette alle pulizie oppure alle cucine. Grande la presenza femminile nel settore dell’intermediazione (agenzie di viaggio) con una quota sul totale del 73% e nelle strutture termali.

Nel 2018 Federalberghi ha pubblicato il Decimo Rapporto sul Mercato del lavoro nel turismo; si evince da questo Rapporto di come le donne siano la colonna dorsale delle attività turistiche ma che rimangano in posizioni inferiori rispetto agli uomini; poche quelle che si attestano in posizioni apicali, solo il 20 %. Questo il quadro. In più, purtroppo, spesso la fa da padrone e non è un gioco di parole, il proprietario a volte non proprio onesto che paga in nero e pretende turni gravosi.

Eppure le donne sono brave; sanno destreggiarsi in molte situazioni, studiano e arrivano ad acquisire grandi competenze; le donne sono più sensibili quando si parla di sviluppo sostenibile, innovazione e anche di etica.

Per migliorare le cose dovrebbe esserci una costante; prima cosa una formazione di livello che sia mirata e che copra tutte, dico tutte, le figure delle lavoratrici di questo settore; poi, seconda a pari merito però, la possibilità di fare lavoro flessibile per poter conciliare anche una vita normale oltre all’impegno professionale. Questo problema si manifesta soprattutto nei lavori cosiddetti stagionali. Il fatto di lavorare solo pochi mesi all’anno non deve significare turni massacranti e sacrifici.

Le cose lentamente stanno cambiando e credo lo stiano facendo proprio in nome di un diverso  approccio al lavoro dovuto a questo periodo e che è sicuramente più evidente nelle donne. Crescono comunque le imprese gestite da donne e spesso sono idee innovative, magari ricreate in contesti storici. Molte le storie di nipoti che hanno preso in mano l’azienda di famiglia e hanno trasformato magari un vecchio frantoio in un ritrovo di eccellenze locali a km zero. Perché le donne hanno un’intelligenza anche emotiva e sono molto attente se non addirittura anticipano i cambiamenti in atto.

Ora la sfida è grande; far ripartire un settore molto danneggiato dalla pandemia. Vedremo cosa accadrà e soprattutto come si reagirà. Non sarà facile ma sarà il momento di tirare fuori tutte le competenze e perché no, anche qualche idea visionaria.

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