Cronache britanniche
Londra – L’attenzione sull’emigrazione italiana verso il Regno Unito ha suscitato un ritrovato interesse tra l’opinione pubblica britannica a seguito della recente nomina di Lino Carbosiero a MBE (Membro dell’Ordine dell’Impero Britannico). I commentatori più accaniti di Cameron non si sono, infatti, lasciati sfuggire l’occasione per accusare il PM di favoritismo nei confronti del suo personale parrucchiere italiano. Certo, senza voler nulla togliere ai meriti professionali di Lino, che ha inoltre curato l’immagine anche di altri politici e star del calibro di Hilary Clinton, Madonna e della cantante inglese Adele, sarebbe però un po’ riduttivo delimitare le competenze degli italiani solo all’ambito dell’immagine e della moda com’è stato fatto in qualche sfortunato accostamento mediatico ricalcante stereotipi ormai vecchi.
Infatti, tra gli oltre 200.000 italiani che negli ultimi anni hanno varcato il confine britannico per stabilirsi a Londra, sono varie e innumerevoli le storie di successo. Tra le più recenti, senza dubbio c’è quella dei giovani Alessandro Rovati e Francesco Fumagalli che si sono installati “prepotentemente” nella Silicon Roundabout della City, la quale ospita le start-up dell’hi-tech, con il loro progetto di crowdsourcing chiamato Crowdrooster. Sempre nel settore IT, vale la pena ricordare l’entrata di Riccardo Zacconi nell’olimpo delle cento persone più influenti nel settore media britannico (e internazionale) grazie a Candy Crush Saga, gioco che ha spopolato tra gli utenti Facebook e tra gli “smanettoni” di videogame su smartphone. Mentre per ritornare a un settore più facilmente riconducibile alla tradizione italiana c’è da menzionare il nuovo progetto imprenditoriale di Corrado Accardi, che dopo aver frequentato un MBA alla prestigiosa LBS (London Business School) ha ottenuto il record di crowdfunded equity per il suo business di “pizzeria al taglio”, Pizza Rossa Ltd.
Naturalmente sarebbero molte altre le storie da elencare trai i casi di successo italiani a Londra e nel resto dell’UK. Probabilmente, è forse però più interessante capire il motivo che spinge i giovani (e non solo) italiani a trasferirsi nell’ “America d’oltremanica”. Un tentativo è stato fatto attraverso uno studio di McKinsey, commissionato da Unioncamere e dal Ministero del Lavoro, per capire le esigenze occupazionali delle aziende italiane. Il rapporto Excelsior, questo il nome del progetto, descrive una profonda spaccatura tra la domanda e l’offerta di lavoro per i giovani in Italia, evidenziando una sempre minor richiesta da parte degli imprenditori italiani di capitale umano qualificato (con formazione universitaria), che forse spiega parzialmente l’emigrazione di massa dei nostri laureati.
Nonostante sia l’economia inglese che in particolare quella della capitale siano destinate a crescere ulteriormente nel 2014, c’è però da sottolineare che non c’è vita facile per i giovani italiani recentemente “sbarcati” nel Regno Unito. Infatti, la competizione sul mercato del lavoro britannico si è fatta sempre più aspra visto che nella fascia “bassa” c’è la concorrenza dei giovani dell’Est europeo, mentre per i lavori più qualificati prevale una certa disposizione favorevole verso i “laureati homemade” e comunque l’effetto della globalizzazione ha portato nel Regno Unito un serbatoio di talenti dal quale è possibile scegliere accuratamente.
Insomma, Londra mostra sempre più le caratteristiche di una città globale dove tutti competono, in una gara che forse miete sempre più vittime che vincitori rispetto a qualche tempo fa. Un palcoscenico cosmopolita che diventa sempre più selettivo perché può permetterselo e chiude la porta ai “dilettanti” o ai “welfare tourist”, e che come ribadito fortemente dal governo Cameron, lascerà sempre meno posto ai “non-produttivi”. Questo, non deve però di certo scoraggiare gli italiani volenterosi che intendono tentare “la fortuna” nel paese di Shakespeare e di Harry Potter, perché i sogni vanno sempre coltivati e seguiti, ma magari suggerisce solo di fare una scelta più riflessiva e oculata prima di imbarcarsi verso una nuova avventura.
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