Chiara Lubich – L’amore vince tutto (Film, 2020)

Visto che non possiamo andare al cinema per decreto, rivolgiamo i nostri consigli al palinsesto televisivo, che – almeno per quel che riguarda la produzione italiana – offre materiale più interessante delle pellicole cinematografiche. Giacomo Campiotti è un autore completo, esperto di sceneggiati (originali televisivi, come si diceva un tempo, con termine tutto italiano!); ricordiamo tra i tanti: Braccialetti rossi, Zivago, Giuseppe Moscati, Liberi di scegliere, Non è mai troppo tardi, Ognuno è perfetto.

Chiara Lubich – L’amore vince tutto ricostruisce la vita e le opere di Chiara Lubich, narra la costruzione del Movimento dei Focolarini, nel 1943, a Trento, durante l’occupazione nazifascista e sotto i bombardamenti alleati. Il film ripercorre la storia di una donna che si consacra a Dio ma non entra in convento, si pone dalla parte di Cristo e segue le sue regole morali, ma resta fuori dalla Chiesa ufficiale, aiutando i poveri con la condivisione e l’amore, interpretando il Vangelo senza l’aiuto di un prete. Chiara Lubich viene dipinta come una femminista sui generis, una donna coraggio che resta a Trento con le sue cinque amiche durante i bombardamenti, apre la casa dell’amore (equivocata in senso erotico dai nazisti), dove ospita partigiani transfughi, dà asilo e pane a chi ne ha bisogno, invita a condividere il necessario per vivere. Attività caritatevole ispirata al primo cristianesimo, ma intesa dalla Chiesa ufficiale come una sfida, quasi un’eresia, soprattutto perché praticata da un gruppo di donne sole, in mezzo alle tempeste del mondo, fuori da un convento.

Il regista sceglie di raccontare gli eventi con la tecnica del flashback, parte dal processo del 1950 davanti al Tribunale Ecclesiastico che conclude con l’autorizzazione alle attività del Movimento, condizionata alle dimissioni da parte di Chiara. Parti molto intense – davvero ben ricostruite – riguardano la guerra partigiana e i bombardamenti su Trento, la repressione fascista, le privazioni in tempo di guerra, i rifugi e le abitazioni sventrate, l’invasione alleata e la ricostruzione. Chiara Lubich è un film sulla Resistenza vista da un punto di vista cristiano, oltre a una storia basata sull’amore come strumento vincente per ogni tipo di lotta. Fotografia anticata – molto curata per una fiction televisiva – che separa a dovere le parti ambientate nel dopoguerra dai flashback bellici dei bombardamenti.

Cristiana Capotondi è una Chiara Lubich (omaggiata nel centenario della nascita) ispirata e coinvolta in un personaggio che usa l’amore per affermare le proprie idee, ma è intriso di forza e determinazione. Aurora Ruffino si cala a dovere nei panni dell’amica Ines, figlia di un gerarca fascista, che prima sceglie la vita del Movimento, poi si rende conto che la sua vocazione è la famiglia. Un film da vedere per capire la genesi del Movimento Focolarino, spesso accusato di eresia, e per comprendere come il vero cristianesimo possa rappresentare una luce e una speranza nei momenti di sconforto.

Film prodotto da Rai Fiction con il sostegno di Trentino Film Commission e Fondazione Museo Storico del Trentino. Girato a Trento e zone limitrofe (Rovereto, Pergine Valsugana, Primiero, Val Canali, Laghetto Welsperg), alcune scene a Roma e nel centro storico di Viterbo. Se avete perso la prima Tv – Rai 1, 3 gennaio 2021 – trovate il film su RaiPlay. Da vedere.

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Regia: Giacomo Campiotti. Soggetto: Giacomo Campiotti, Luisa Cotta Ramosino, Lea Tafuri. Sceneggiatura: Francesco Arlanch, Luisa Cotta Ramosino, Lea Tafuri, Giacomo Campiotti. Fotografia: Stefano Ricciotti. Montaggio: Brunella Perrotta. Musiche: Carmine Padula. Scenografia: Sabrina Balestra (scenografa), Francesco Nitti (arredatore). Costumi: Cristina Francioni. Produttori: Giusi Buondonno, Gianluca Casagrande, Luca Barbareschi. Produttori Esecutivi: Giulio Cestari, Claudio Gaeta. Case di Produzione: Rai Fiction, Eliseo Multimedia. Genere: biografico, drammatico. Durata: 109’. Interpreti: Cristiana Capotondi (Chiara Lubich), Aurora Ruffino (Ines Sartori), Miriam Cappa (Giosy), Greta Ferro (Graziella), Eugenio Franceschini (Gino Lubich), Valentina Ghelfi (Natalia), Sofia Panizzi (Dori), Roberto Citran (Vittorio Sartori), Paolo Graziosi (cardinale), Andrea Tidona (vescovo), Maurizio Fanin (don Achille), Stefano Fregni (Luigi), Stefano Guerrieri (Enrico), Federico Vanni (padre Casimiro), Olivia Manescalchi (Tullia), Lele Vannoli (Geremia). Prima Visione TV: 3 gennaio 2021.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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