Volare (Film Tv, 2013)
Riccardo Milani è un regista che alterna cose pregevoli (Auguri professore, Di padre in figlia) ad altre imbarazzanti (Come un gatto in tangenziale, La guerra degli Antò), ma nella fiction televisiva non sbaglia un colpo, perché ha capito come vanno raccontate certe storie. Molto del merito va condiviso con gli sceneggiatori Rulli e Petraglia, scrittori popolari che non debuttano certo oggi e che il grande pubblico da tempo apprezza come autori televisivi. Abbiamo già detto in altra sede che gli sceneggiati scritti per il piccolo schermo suppliscono alla carenza di idee cinematografiche e che – in questi tempi grami – sono il vero cinema di genere, il solo cinema popolare.
Milani racconta Modugno attraverso un lungo flashback narrativo che si dipana durante un concerto alla Bussola di Viareggio, negli anni Settanta, in pieno successo artistico, per ricordare il passato, partendo dall’infanzia per arrivare al cinema – sorvolando un po’ sul teatro – e alla canzone. Il carattere di Modugno viene fuori bene, l’amore con Franca che segna la sua vita, l’amicizia con Pazzaglia (paroliere delle canzoni napoletane) e Migliacci (autore di Volare), le tournèe fallimentari in Canada e a Parigi, la crisi matrimoniale, fino al successo a Sanremo con Volare, che diventa la canzone più tradotta nel mondo. Il film termina proprio con il ricordo del successo raggiunto, narrando le difficoltà, la fame, le disillusioni, l’amicizia con un nobile che gli ispira L’uomo in frack, le serate con gli amici e i tentativi per sfondare.
Domenico Modugno è il padre dei cantautori, il rinnovatore della musica popolare, senza le sue trasgressioni musicali che vanno oltre le rime amore-cuore, le canzoni sulla mamma e sulla fidanzata lontana non avremmo avuto De André, De Gregori, Guccini e la felice stagione della canzone d’autore. Un film che lo ricorda è benemerito. Attori molto bravi, a cominciare da Fiorello (onnipresente nelle fiction Rai, qui fondamentale per una certa somiglianza fisica e vocale), passando per la bellissima Kasia Smutniak (Franca, l’amore della sua vita) e per i diligenti Tiberi (Migliacci) e D’Ausilio (Pazzaglia).
La fiction è andata in onda il 18 e il 19 gennaio 2013, ma è stata passata di nuovo su Rai Premium il 13 gennaio 2021 ed è disponibile su RaiPlay. Consigliata per il valore storico, ma anche per ascoltare Giuseppe Fiorello che canta le più belle canzoni di Domenico Modugno senza farlo rimpiangere troppo, cosa per niente facile, vista la tipica voce e la musica innovativa del cantautore pugliese. Meritato il Premio Regia Televisiva 2013 come miglior Fiction. Recuperatela!
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Regia: Riccardo Milani. Soggetto e Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Stefano Rulli. Fotografia: Saverio Guarna. Montaggio: Patrizia Ceresani. Musiche: Andrea Guerra. Scenografia: Massimo Geleng. Costumi: Alberto Moretti. Produttore: Fabrizio Zappi, Elide Meli. Musiche: Andrea Guerra. Scenografia: Massimo Geleng. Costumi: Alberto Moretti. Produttore Esecutivo: Francesco Morbilli. Case di Produzione: Cosmo Produzioni e Rai Fiction. Genere: Biografico. Formato: Miniserie TV in due puntate. Durata: 206’. Interpreti: Giuseppe Fiorello (Domenico Modugno), Kasia Smutniak (Franca Gandolfi), Brando Rossi (cugino di Mimmo), Alessandro Tiberi (Franco Migliacci), Antonio D’Ausilio (Riccardo Pazzaglia), Diego D’Elia (Antonio Cifariello), Federica De Cola (Giulia Lazzarini), Massimiliano Gallo (Giuseppe Gramitto) Tiziana Schiavarelli (signora pugliese), Cesare Bocci (Raimondo Lanza di Trabia), Giusi Cataldo (Olga Villi), Gabriele Cirilli (Claudio Villa), Michele Placido (Vittorio De Sica), Alberto Resti (Johnny Dorelli), Armando De Raza (Cucaracho), Marianna Jansen (Rosy Gargiulo), Pierluigi Misasi (Fulvio Palmieri), Antonio Stornaiolo (padre di Domenico), Roberto De Francesco (Don Antonio), Claudio Alfonsi (Generale Gandolfi, padre di Franca), Anita Zagaria (signora Gandolfi, madre di Franca), Giampaolo Morelli (Walter Chiari), Maria Cristina Fioretti (Anna Magnani), Francesco Longo (Lu Frasulinu).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]