Parliamo delle mie donne (Film, 2014)

Claude Lelouche non lo scopriamo certo oggi. Uno dei più grandi registi europei, che può permettersi di fare cinema vagamente autobiografico, coinvolgendo il pubblico in una storia sentimentale dai risvolti drammatici.

In breve la trama, non complessa, secondo le regole del buon cinema d’autore, psicologico e introspettivo. Jacques Kaminski (Hallyday) è un vecchio fotografo di guerra che decide di ritirarsi tra le montagne della Savoia a trascorrere gli ultimi anni della sua vita; lascia l’ultima moglie e si accompagna con la fascinosa agente immobiliare (Bonnaire) che gli ha venduto la casa. Il suo vecchio amico Frédéric (Mitchel) – nonché medico personale – va a fargli visita e organizza una riunione familiare inaspettata. Telefona alle quattro figlie (dai nomi improbabili: Primavera, Estate, Autunno, Inverno) – in rotta con un padre che non vedono da tempo e che giudicano un genitore assente e irresponsabile – confidando che l’uomo è in fin di vita e vorrebbe passare un po’ di tempo con loro. Le figlie accorrono al capezzale, stupendo il padre inconsapevole della macchinazione, ma dopo un breve pranzo in famiglia scoppia un nuovo litigio per la scoperta di una sorella cubana nata da una relazione ai tempi della Rivoluzione. Finale altamente drammatico. Il padre era davvero malato terminale e ne era consapevole, per questo si suicida impiccandosi a un albero della foresta. Le figlie si riappacificano con lui solo dopo la morte e accolgono persino la sorella cubana.

Un film intenso, sentimentale e drammatico, che comincia come una commedia e si sviluppa su binari introspettivi parlando di amicizia, amore paterno e rapporto uomo-donna in generale. Lelouche scrive la sceneggiatura insieme alla compagna – la scrittrice Valérie Perrin – confessando molte cose della sua vita, perché parte del carattere interpretato dal grande Johnny Hallyday gli appartiene. Tra l’altro pure lui ha dato nomi strani alla prole (tutti cominciano per S) e ha avuto sette figli da donne diverse. Per sottolineare il tocco autobiografico Lelouche comincia a girare il film (nel 2012) a Parigi, ma le riprese si svolgono in gran parte all’Aigle, nella casa di montagna del regista, Praz-Sur-Arly, nei pressi di Megéve. Una delle scene finali, al cimitero, viene girata nel villaggio di Combloux, altre riprese all’Hotel Dieu di Beaune.

Lelouche è autore in senso pieno, scrive il film e si occupa della fotografia, ricca di sprazzi poetici in bianco e nero, suggestive riprese montane, campi innevati d’inverno e verdissimi in primavera. Tecnica di regia da grande artista con piani sequenze e soggettive, carrelli, riprese mai banali e scontate. Il cast è eccellente. Johnny Hallyday – la rockstar francese da poco scomparsa – è perfetto per il ruolo principale, con il suo volto scavato dagli anni e lo sguardo inquietante. Sandrine Bonnaire, regista e attrice interessante, ricopre bene il ruolo di ultima donna al fianco di un uomo che sta per morire. Eddy Mitchell è un amico perfetto, bonario e credibile come deus ex machina che scopre un terribile segreto. Tra le figlie rivediamo con piacere Valérie Kaprisky, la sorella cubana che si chiama Francia, che in Italia ha avuto una certa popolarità (La femme publique, Stradivari, La fine è nota, L’acqua… il fuoco).

Se volete vederlo, lo trovate su RaiPlay. Ha circolato poco, può essere considerato una novità, anche se il grande e instancabile Claude Lelouche (1937) ha girato altri tre film: Uno più una (2015), Chacun sa vie (2017) e I migliori anni della nostra vita (2019). Il vino buono invecchiando migliora.

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Regia: Claude Lelouche. Sceneggiatura: Claude Lelouche, Valérie Perrin. Fotografia: Claude Lelouche. Montaggio: Stéphane Mazalaigue. Musiche: Christian Gaubert, Francis Lai. Produttore. Claude Lelouche. Produttore Esecutivo: Jean-Paul De Vidas. Distributore Italia: Altre Storie. Titolo originale: Salaud on t’aime. Paese di Produzione: Francia. Durata: 124’. Dati tecnici: b/n, colore. Genere: Commedia, sentimentale, drammatico. Interpreti: Johnny Hallyday (Jacques Kaminsky), Eddy Mitchell (Frédéric Selman), Sandrine Bonnaire (Nathalie Béranger), Irène Jacob (Printemps Keminsky), Pauline Lefèvre (Eté Kaminsky), Sarah Kazemy (Automne Kaminsky), Jenna Thiam (Hiver Kaminsky), Agnès Soral (Bianca Kaminsky), Valérie Kaprisky (Francia), Silvia Kahn (Marie Selman), Rufus (le Ruf), Isabelle de Hertog (Isabelle), Jacky Ido (Jacky), Gilles Lemaire (fotogrfafo di moda), Antoine Duléry (il nuovo proprietario).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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