Özlem Demirel (PE): al centro l’interesse dei lavoratori e delle persone

L’eurodeputata Özlem Demirel (su Facebook e su Twitter) è nata a Malatya (Turchia) nel 1984 ed è emigrata in Germania insieme alla sua famiglia all’età di 5 anni. Si è interessata presto alla politica e a 15 anni è stata coinvolta nella sezione giovanile della Democratic Workers Union (DIDF). Candidata nella campagna elettorale di The Lefts al Parlamento europeo 2019, è stata eletta il 24 maggio 2019 al Parlamento europeo. In questa legislatura ricopre gli incarichi di Vicepresidente della commissione per la sicurezza e la politica di difesa (SEDE), commissione per l’occupazione e gli affari sociali (EMPL), vicepresidente del gruppo interparlamentare UE-Turchia e membro aggiunto della commissione per gli affari esteri (AFET). L’abbiamo intervistata.

La pandemia Covid-19 ha allargato la forbice tra ricchi e poveri, come l’Europa può intervenire su questo aspetto?

Sfortunatamente sì, la pandemia sta aggravando le disuguaglianze esistenti e in effetti il divario tra ricchi e poveri si sta allargando. Da un lato, è giunto il momento per un programma ambizioso volto a contrastare efficacemente questo fenomeno. Un tale programma dovrebbe includere standard minimi a livello dell’UE, come salari minimi che effettivamente proteggano dalla povertà, un reddito minimo o pensioni minime e sistemi di sicurezza sociale. D’altra parte, è doveroso mettere finalmente fine al salvataggio di grandi aziende spendendo miliardi, mentre allo stesso tempo queste aziende pagano bonus e dividendi e licenziano i loro dipendenti.

A causa del lockdown abbiamo visto l’incremento della gig economy, dove i diritti e le retribuzioni dei lavoratori sono molto ridotti. Recentemente la Procura di Milano ha intimato alle aziende di delivery di assumere come dipendenti i lavoratori, quale è il suo pensiero in merito?

Ci tengo a sottolineare due punti prima di tutto: le persone che operano in queste economie sono lavoratori e devono essere trattati come tali, ovvero devono essere autorizzati a organizzarsi e a concludere contratti collettivi. Quindi la gig economy deve pagare le tasse come tutte le altre società. Ciò significa che dobbiamo finalmente garantire che vi sia una tassazione equa e che tutte le scappatoie siano evitate.

La chiusura delle scuole come contrasto alla pandemia aumenta il divario tra le classi, come potremo recuperare questo gap? Questo si riflette anche sulla differente qualificazione e quindi reddito tra lavoratori specializzati e non qualificati?

Non voglio essere fraintesa, ma l’istruzione e la formazione sono molto importanti e l’accesso all’istruzione è un diritto fondamentale che dovrebbe essere ugualmente disponibile per tutti. Tuttavia, sfortunatamente non supereremo la questione della classe solo con questo. Ciò di cui abbiamo bisogno è una ridistribuzione del reddito e investimenti molto più elevati nelle infrastrutture sociali, nell’assistenza sanitaria, nelle strutture educative, ecc. E un accesso equo e universale a una buona istruzione per tutti.

Nella risoluzione adottata il 9 febbraio 2021 di cui è stata relatrice, viene chiesto di introdurre il salario minimo. Sono 21 i paesi che lo hanno e 6 no, si vuole introdurre un salario minimo uguale per tutti i paesi europei?

No, non penso sia questo il problema. Quello che voglio, è che tutti i lavoratori siano pagati in modo tale da non dover vivere in povertà. Deve essere garantito a tutti che il salario minimo in un paese garantisca questo diritto. L’importo varia ed è diverso in ogni paese a seconda del costo della vita. Tuttavia, è necessario introdurre delle soglie, 60% del salario medio / 50% del salario medio, per proteggere effettivamente le personae dalla povertà. Dobbiamo soprattutto rafforzare i sindacati e la contrattazione collettiva!

Il salario minimo è il principio nr. 6 del pilastro europeo dei diritti sociali, lei ritiene che sia stato rispettato o viceversa, che ci si stia muovendo in ritardo?

Lavoro precario, povertà lavorativa, ecc. Tutto questo era già al culmine prima del COVID-19. La crisi ora aggraverà la situazione poiché la classe media e le piccole imprese scompariranno sempre di più. Le persone con un lavoro precario sono state le prime a perdere il lavoro e questa tendenza purtroppo continuerà. A questo proposito, in passato sarebbe stato il momento di agire. Ma ormai non è più solo questione di tempismo, è necessario dotarsi di strumenti chiari ed efficaci!

Un altro aspetto della differenza salariale è il gap tra uomo e donna, cosa è necessario fare per combattere il gender gap?

In questo contesto, accolgo con grande favore il fatto che la questione della “trasparenza retributiva” sia tornata sul tavolo. Perché quello che io e la Sinistra abbiamo sempre sostenuto è: parità di retribuzione per uguale lavoro sempre e ovunque!

I lavoratori immigrati sono spesso sfruttati dal punto di vista salariale, cosa può fare l’Europa e quali azioni ha intrapreso, oppure dovrà attivare, il Parlamento Europeo?

C’è stato un annuncio da parte del Commissario Schmit perché ci si attivi maggiormente in questo campo a livello europeo, ma in seguito si è detto che le normative nazionali sono sufficienti. In Germania, vediamo quanto siano insopportabili le condizioni, ad esempio, nell’industria della carne, tra tutti i settori critici. C’è urgente bisogno di una reale azione diretta verso salute e sicurezza sul lavoro, e di un controllo molto maggiore per garantire che le leggi sull’orario di lavoro siano rispettate e siano rispettati i salari minimi.

Il NextGenerationEU può agire sull’assicurare stipendi dignitosi a tutti aumentando la parità di diritti e combattendo la povertà?

È un valido modo per iniziare ad aiutare le regioni deboli, sostenere la digitalizzazione e promuovere la transizione verde. Per favore, non fraintendetemi, anch’io sostengo tutto questo, ma l’attenzione è sbagliata. Finché la competitività e la crescita sono al centro dell’attenzione e l’allocazione delle risorse non è nemmeno legata alle condizioni sociali, la povertà non può essere davvero combattuta. Se siamo seri su questo punto, le preoccupazioni sociali dei cittadini dell’UE devono finalmente avere la precedenza sulla libera circolazione delle merci e delle finanze.

Lei cosa pensa sia necessario fare per rafforzare lo spirito europeo nei cittadini e aumentare la consapevolezza e l’inclusione dei nostri popoli?

Sociale, sociale, sociale! Dobbiamo rafforzare i sindacati e mettere l’interesse dei lavoratori e delle persone al centro di tutte le nostre decisioni.

[Intervista nella versione inglese Ozlem Demirel – Interview]

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