Carosello Carosone (Film Tv, 2021)
Per me che sono nato nel 1960, Carosone è un cantante di mezza età che si presenta alla ribalta nel 1975 interpretando vecchi successi della tradizione musicale napoletana. Ricordo mio padre dire che era stato famoso un po’ di tempo prima, che aveva scalato le classifiche, aveva incantato mezzo mondo con le sue trovate canore, uniche e originali.
La fiction di Lucio Pellegrini – didascalica e precisa – serve proprio a far capire a chi non c’era quanto sia stato grande Carosone. Si parte in flashback, da New York (1958), il giorno del concerto più importante, e si va a ritroso nel tempo, ripercorrendo i giorni del conservatorio, l’avventurosa esperienza canora in Eritrea (dove conosce la futura moglie, ballerina di scena), la famiglia, i lutti giovanili, l’amore per Lita (Martino), le amicizie, i primi complessi con Peter Van Wood (poi solista, quindi affermato astrologo), il debutto nella neonata televisione, la conquista dell’America, la malattia del figlio adottivo e il ritiro dalle scene nel momento del successo più grande. Il film ripercorre la vita di Renato Carosone dagli anni Trenta ai primi anni Sessanta, si ferma con la serata televisiva in cui annuncia il ritiro dalle scene per dedicarsi alla famiglia, subito dopo che era rimasto scioccato da un grave incidente subito dal figlio Pino.
Un mix di grandi successi popolari scritti dal maestro (morto nel 2001) accompagna lo spettatore estasiato da una musica così moderna. Marruzzella (dedicato alla moglie), Tu voi fa’ l’Americano, Torero, la versione comica de E la barca tornò sola (che i funzionari Rai interpretarono come un’offesa ai pescatori morti sul lavoro), Pigliate ‘na pastiglia, O’ sarracino (scritte insieme al paroliere Nisa). Cent’anni dalla nascita di Carosone e venti dalla sua scomparsa: la Rai non poteva celebrare meglio un simbolo della canzone italiana. La fiction è puro cinema, con molti esterni fotografati con una colorazione anticata, tanto teatro in musica, diversi interni ispirati con dialoghi bene impostati e per niente artefatti.
Tra gli interpreti i migliori senza dubbio Edoardo Scarpetta – simile anche negli sguardi del volto al grande Carosone – e Vincenzo Nemolato, un credibile e comico batterista, amico per la vita di Renato. La sceneggiatura è didascalica, come da regola di fiction televisiva, utile per far capire bene al pubblico la vita di un grande personaggio, pervasa dalla morale che un prezzo da pagare per il successo esiste sempre, che è tutto semplice nella vita di un artista, servono sacrificio, impegno e abnegazione. Location principale Napoli, con sprazzi di Roma e Africa (riadattata come se fosse quella coloniale).
Carosello Carosone prende il titolo dal primo album inciso dal cantante-pianista e dal nome del suo celebre quartetto. Scenografie e costumi sontuosi, che ricreano l’atmosfera di un’epoca passata, sin dalle piccole cose (televisioni, grammofoni, abbigliamento, arredamento). Cinema di genere biografico, ispirato alla storia vera dell’artista, da rivedere su RaiPlay se avete perso la Prima Tv del 18 marzo, su Rai Uno.
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Regia. Lucio Pellegrini. Soggetto: Federico Vacalebre (libro Carosonissimo). Sceneggiatura. Giordano Meacci, Francesca Serafini. Fotografia: Marco Bassano. Montaggio: Natalie Cristiani. Scenografia: Veronica Rosafio. Costumi: Valentina Taviani. Produttori: Matteo Rovere, Sidney Sibilia, Marta Aceto. Produttore esecutivo: Paolo Lucarini. Case di Produzione: Groenlandia, Rai Fiction. Musiche: Stefano Bollani. Interpreti: Edoardo Scarpetta (Carosone) Vincenzo Nemolato, (Gegé Di Giacomo) Ludovica Martino (Lina Levidi), Nicolò Pasetti (Peter Van Wood), Flavio Furno (Nicola Salerno), Davide Lorino (Mariano Rapetti), Tony Laudadio (Antonio Carosone), Andrea Di Maria (Aldo Russo), Leonardo Lidi, Alfonso Postiglione, Marianna Fontana. Genere: Biografico. Durata: 102’. Prima TV: Rai Uno, 18 marzo 2021, prima serata.
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]