Agricoltura bio, Italia leader
È l’Agricoltura il portabandiera della Green Economy. Un tempo ‘bio’ per natura, poi ‘tecno’ nell’era industriale, il settore primario dell’economia torna oggi ai suoi principi: sostenibilità, riduzione dei consumi e riciclo. Filiere corte, prodotti a chilometri-zero, farmer-market i contenuti più noti ai consumatori, sempre più numerosi e sensibili. Dietro le quinte ‘lotta biologica’ al posto dei pesticidi, pannelli solari sui tetti delle serre, trattori con motori ‘eco’ e molto altro. E un quasi-logo, ‘Agricoltura Bio’, che tiene in sé i contenuti positivi del rinnovato settore primario.
Ma come si è arrivati, in pochi anni, a questa inversione di tendenza? Il primo passo sulla strada del Bio è stato la promozione dell’agricoltura sostenibile, legata a contenuti come il risparmio energetico, la valorizzazione della biodiversità, la tutela del territorio, la promozione delle tradizioni e della cultura locale. Fra i motori del processo Coldiretti, che per anni ha portato avanti questi contenuti ed in particolare la spesa a chilometri-zero ed infine ha promosso la Fondazione Campagna Amica: una importante realtà della quale oggi fanno parte 6.566 aziende agricole, 1.179 agriturismi, 330 cooperative, 1.125 mercati e 146 botteghe ai quali si aggiungono 254 ristoranti e 128 orti urbani, per un totale di oltre 8.200 punti vendita dove oggi 7 milioni di Italiani fanno la spesa regolarmente e altri 14 saltuariamente.
Saldamente attestati nel mercato agricolo e gastronomico, i contenuti della ‘sostenibilità’ in agricoltura sono poi entrati nei processi produttivi, delineando i contorni del ‘Bio’ propriamente detto. Un passaggio di cui i decisori hanno preso atto: fra questi l’Unione Europea, che ha avviato iter normativi e varato regolamenti sulla produzione e l’etichettatura. Forte dei contenuti legati al metodo di produzione, il Bio si è potuto così riversare anche sulla Grande Distribuzione Organizzata ed è comparso sugli scaffali dei supermercati.
Ma il mercato cresce. In Italia la filiera dell’Agricoltura Bio comprende 49.709 operatori: 40.146 agricoltori, 5.597 trasformatori, 3.669 agricoltori‐trasformatori. Quasi 1,2 milioni di ettari coltivati. Un mercato che vale 3.1 miliardi di Euro e colloca il nostro Paese ai primi posti nel mondo poco dopo Germania, Francia e Regno Unito. E che negli ultimi anni, nonostante la crisi, ha manifestato dati positivi come la crescita annua delle superfici coltivate, che ha raggiunto il 6 per cento, e l’aumento degli acquisti con picchi come il + 8,8 per cento nel primo semestre del 2013 contemporaneo alla flessione della spesa agroalimentare generica pari al 3,7 per cento. Negli ultimi cinque anni, il Bio ha sempre raggiunto risultati migliori rispetto a settori di qualità come prodotti Dop e Igp, oltre che all’agroalimentare nel suo complesso. E questo è un indicatore di grande importanza: la tendenza segna infatti l’evoluzione della ‘qualità’ richiesta dai consumatori ai produttori, che va oltre le indicazioni di luogo d’origine e trasformazione nonché sulla materia prima utilizzata, e pretende garanzie anche sui metodi di produzione e sulla filiera: il tutto certificato e riportato in etichetta.
La tendenza imposta dal Bio in tutto il mercato agricolo e di riflesso in quello enogastronomico è tanto rilevante che proprio il settore nel quale le prime garanzie di qualità come la Doc si sono sviluppate, il settore vitivinicolo, è stato fra quelli che hanno reagito con più decisione imponendosi nuove regole di produzione: ne è un esempio il Manifesto del Forum per la Sostenibilità ambientale del Vino, che ha come finalità la limitazione dell’impatto ambientale delle produzioni. La ‘sostenibilità’ non si limita al bilancio energetico ma coinvolge tutti gli aspetti produttivi.
Inseguono invece la tendenza Bio le grandi aziende che puntano sul bilancio energetico: come La Fattoria della Piana di Soverato, specializzata nella produzione di latticini, che ha raggiunto l’autonomia energetica grazie ad una centrale di produzione di biogas capace di una potenza elettrica di 998 kW. L’energia elettrica generata è in grado di soddisfare il fabbisogno di 1680 famiglie, mentre l’energia termica viene utilizzata per i processi produttivi del caseificio, consentendo di risparmiare combustibili fossili. O l’azienda viti-vinicola Guido Berlucchi, che ha installato 2660 pannelli fotovoltaici sui tetti, per non rubare terra all’agricoltura e alla vigna. O la società Trionfi Honorati di Jesi, che copre il suo fabbisogno energetico con pannelli fotovoltaici ed è dotata di un impianto di biogas da 250 kw, la cui energia viene immessa nella rete. Insomma, il Bio cresce, e produttori e consumatori italiani ci stanno scommettendo seriamente.
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