The nest – Il nido (Film, 2019)
Roberto De Feo firma come regista e sceneggiatore un’irrisolta opera prima che tenta un ritorno al genere per eccellenza del nostro cinema popolare, quell’horror che in passato ha visto autori geniali come Mario Bava, Freda, Argento, passando per Fulci e Deodato, citandone soltanto pochi, tra i più originali. Ambientazione tutta italiana, per la precisione piemontese, nel Castello dei Laghi, alle porte di Torino, tentativo (poco riuscito) di omaggiare il grande periodo del gotico, sia per la scelta della location che per una fotografia cupa e spettrale. Badget: 1,5 milioni di euro, che se li avesse avuti Bava chissà che capolavoro avrebbe tirato fuori, invece nelle mani di De Feo ne esce un filmetto di pura imitazione con montaggio compassato, toni languidi, trama che si sviluppa soltanto nel convulso finale.
Tutto ruota attorno al rapporto morboso tra una madre (Cavallin) e un figlio paraplegico (Korovkin), tenuto chiuso in una villa, senza possibilità di uscire, apparentemente per pura follia, mentre nelle ultime sequenze si capirà il motivo. La variabile non prevista di una ragazzina (Francesconi) – che pare ingenua e inconsapevole – modificherà i rapporti, sconvolgendo i piani della madre e di un oscuro mad doctor. Il figlio cresce protetto e curato in una villa spettrale, circondato da personaggi cupi e sofferenti, in una realtà virtuale dove lui suona il piano, deve essere felice, festeggia compleanni e tenta di condurre un’esistenza senza problemi. Non svelo gli sviluppi, perché le cose migliori di una pellicola davvero modesta si vedono proprio in fondo, quindi chi (come il sottoscritto) avrà avuto la pazienza di sopportare lunghi silenzi, sospiri angosciati, sguardi da tregenda e sequenze poco comprensibili, avrà il giusto premio.
L’attrice migliore del cast è l’esperta Francesca Cavallin, volto da fiction più che da horror, in ogni caso abbastanza a suo agio in una parte per lei insolita. Tutto sommato sono bravi anche i ragazzini (Korovkin e Francesconi), esordienti assoluti, che fanno ben sperare per il futuro del regista, che non abbiamo apprezzato come sceneggiatore, ma non delude come direttore di attori. Tutto il resto è noia, direbbe Califano. Alla fine del film si ricorda soltanto la barzelletta del maiale (che muore per non essersi fatto gli affari propri) e lo sconvolgente – quanto inaspettato – finale. Visto su Rai 4, la Tv dell’horror, che trasmette pessimi film nordamericani. Una tantum, ne ha programmato uno italiano.
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Regia: Roberto De Feo. Soggetto: Roberto De Feo. Sceneggiatura: Roberto De Feo, Margherita Ferri, Lucio Besana. Fotografia: Emanuele Pasquet. Montaggio: Luca Gasparini. Musiche: Teho Teardo. Scenografia: Francesco Bocca. Costumi: Cristina Audisio. Trucco: Francesca Buffarello. Produttori; Maurizio Totti, Alessandro Usai. Case di Produzione: Colorado Film, Raimbow. Distribuzione: Vision Distribution. Lingua: Italiano. Paese di Origine: Italia, 2019. Durata: 103’. Genere: Horror. Interpreti: Francesca Cavallin (Elena, la madre), Ginevra Francesconi (Denise), Gabriele Falsetta (Igor), Justin Korovkin (Samuel, il figlio), Maurizio Lombardi (Christian), Fabrizio Odetto (Filippo), Carlo Valli (Ettore), Massimo Rigo (Claudio), Edoardo Rossi (Riccardo).
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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]