Italia delle Regioni
Sul PNRR la Conferenza delle Regioni ottiene tavoli di confronto settoriali. ”Positivo il lavoro condotto dal Ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali che ha portato alle recenti informative in Conferenza Unificata, da parte dei Ministri titolari delle misure contenute nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR ” e particolare “apprezzamento per l’attenzione che il Presidente del Consiglio ha evidenziato nel suo intervento alle Camere al fondamentale ruolo che le Regioni e le Autonomie locali dovranno svolgere per l’attuazione del Piano e per le necessarie sinergie da attivare sui territori per massimizzarne l’efficacia”, lo sottolinea il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, al termine della Conferenza Unificata. “Una sensibilità che riconosciamo e rispetto alla quale confermiamo al Governo la nostra massima collaborazione, sottolineando la necessità di procedere, in tempi rapidi ad un approfondito confronto, complessivo e settoriale, con il Governo per condividere gli obiettivi e le declinazioni delle priorità contenute nel PNRR.
Serve “una nuova fase che individui le Regioni protagoniste per la parte di propria competenza nella realizzazione del Piano” ed anche per questo oggi “abbiamo chiesto al Ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali di istituire, presso il suo Dicastero, tavoli di confronto settoriali di livello tecnico-operativo sulle sei Missioni prioritarie d’intervento definite nel PNRR, per poter conoscere in concreto quali saranno le progettualità che il Governo intende mettere in campo sui territori per ogni missione”. Una proposta che il Governo ha definito “ragionevole” e su cui – conclude Fedriga – abbiamo raccolto l’adesione e l’impegno del Ministri Gelmini e Franco”.
In ambito Associazione dei Comuni Italiani si e’ proceduto alla valutazione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 aprile scorso e trasmesso all’Unione Europea il 30 aprile. Come si evince dalla nota di lettura predisposta dal Dipartimento Welfare Anci sulle Missioni 5-Sociale e 6-Salute, ai progetti in materia di Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore il Piano destina 11,17 miliardi (a cui si aggiungeranno 1,28 miliardi previsti dal Programma REACT EU), di cui 1,45 miliardi per Servizi sociali, disabilità e marginalità sociale e 9,02 miliardi per Rigenerazione urbana e housing sociale.
I progetti della Missione Sociale saranno coordinati dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e realizzati dai Comuni singoli o dagli Ambiti. Per quanto riguarda le politiche del lavoro, è prevista una revisione delle politiche attive anche per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza e il rafforzamento dei Centri per l’Impiego, favorendo una maggiore integrazione con i Servizi sociali comunali.
Nella Missione Salute, si fa riferimento alla necessità di integrazione sociosanitaria con i Servizi sociali sia per quanto riguarda le Case di Comunità (a cui sono dedicati 2 miliardi), sia per l’assistenza domiciliare (4 miliardi). Infine, 1 miliardo è dedicato agli Ospedali di Comunità. In particolare, i progetti in ambito sociosanitario su anziani, non autosufficienti e disabilità, suddivisi su entrambe le Missioni, sono considerati preliminari per l’avvio di due Riforme da attuare, a valere su risorse nazionali: la Legge quadro per le disabilità (800 milioni complessivi per il triennio 2021-2023 a valere sul nuovo Fondo disabilità e non autosufficienza ex legge bilancio 2020) e la Riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti (che dovrà essere attuata con apposito provvedimento legislativo entro la primavera 2023).
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